Descrizione
Nel sistema delle mura erette dai genovesi nel 1155, Porta Soprana, nelle forme in cui la si può ammirare, ne sostituisce una più antica. Costruita sul colle di Sant’Andrea nel 1276, costituiva l’ingresso orientale alla città. Delle cinque grandi porte duecentesche, oltre a questa sopravvive solo Porta Sottana (o dei Vacca), ingresso alla città da ponente. Se la struttura è realizzata in pietra di Camogli, internamente sono visibili due colonne provenienti da un’antica architettura romana. Le torri sono unite da un camminamento e sono percorribili fino alla sommità tramite due scale a chiocciola in pietra. Attraverso due lapidi medievali ancora oggi leggibili e poste sui due lati del fornice, la porta stessa parla allo straniero che la varca, mettendolo in guardia: “Se pace tu porti, accostati pure a queste porte, se guerra tu cerchi, triste e battuto ti ritirerai”. Con la prima espansione delle mura tra il 1320 e il 1327, la porta perse la sua funzione ma non fu abbattuta e sopravvisse anche ai grandi ampliamenti della cinta muraria degli anni 1536-1544 e 1626-1639. Con il tempo fu inglobata nell’edificato e divenne parte del quartiere popolare di Ponticello, distrutto negli anni Trenta del Novecento per fare spazio alla nuova Piazza Dante. Nell’Ottocento le due torri furono anche utilizzate come carcere, così come avvenne per il vicino convento di Sant’Andrea (il complesso e la collina su cui si trovava furono rasi al suolo nel 1904 per edificare la sede genovese della Banca d’Italia e fare spazio all’espansione di Piazza De Ferrari). Nel 1898, l’architetto Alfredo D’Andrade progettò e realizzò la rimozione delle case che nel tempo vi si erano addossate. In seguito agli interventi di restauro del 1932, che liberarono anche la torre meridionale, la porta assunse l’aspetto attuale.