Pinacoteca di Brera

Via Brera, 28, Milano, MI, Italia (5)

Descrizione

Museo di statura internazionale, la Pinacoteca di Brera nacque a fianco dell'Accademia di Belle Arti, voluta da Maria Teresa d’Austria nel 1776, con finalità didattiche. Doveva infatti costituire una collezione di opere esemplari, destinate alla formazione degli studenti.
Quando Milano divenne capitale del Regno Italico la raccolta, per volontà di Napoleone, si trasformò in un museo che intendeva esporre i dipinti più significativi provenienti da tutti i territori conquistati dalle armate francesi. Brera quindi, a differenza di altri grandi musei italiani, come gli Uffizi ad esempio, non nasce dal collezionismo privato dei principi e dell'aristocrazia ma da quello politico e di stato.
Palazzo di Brera
Infatti a partire dai primi anni dell'Ottocento, anche in seguito alla soppressione di molti ordini religiosi, vi confluirono i dipinti requisiti da chiese e conventi lombardi, cui si aggiunsero le opere di identica provenienza sottratte ai vari dipartimenti del Regno Italico. Questa nascita spiega la prevalenza, nelle raccolte, dei dipinti sacri, spesso di grande formato e conferisce al museo una fisionomia particolare, solo in parte attenuata dalle successive acquisizioni.
Le collezioni della Pinacoteca di Brera nascono dalla concentrazione dei dipinti requisiti a seguito delle soppressioni di chiese e conventi attuate in età teresiana prima e napoleonica poi. Come le Gallerie di Venezia e Bologna, anche la Pinacoteca di Brera aveva precise finalità didattiche e si affiancò all'Accademia di Belle Arti, istituita da Maria Teresa d'Austria nel 1776.
Soprattutto grazie all'iniziativa di Giuseppe Bossi, segretario dell'Accademia dal 1801, le collezioni della Pinacoteca si arricchirono tanto da permettere l'esposizione di una serie di ritratti ed autoritratti di pittori e di opere come lo Sposalizio della Vergine di Raffaello, la Madonna col Bambino di Giovanni Bellini, la Crocifissione di Bramantino.
Quando Milano divenne capitale del Regno d'Italia (1805), confluirono nella Pinacoteca i più importanti dipinti requisiti dalla chiese delle regioni conquistate dagli eserciti napoleonici:giunsero così a Brera opere dal Veneto, dall'Emilia Romagna, dalle Marche.
Piero della Francesca
Per rimediare alla vistosa assenza di opere leonardesche e raffaellesche, furono prelevati con uno scambio forzato ventitré dipinti e disegni dalla quadreria arcivescovile di Milano e, grazie ad un accordo con il museo del Louvre, arrivarono a Brera cinque dipinti di Rubens, Joardens, Van Dyck e Rembrandt a rappresentare la scuola fiamminga del XVII secolo. Negli stessi anni giunsero da chiese milanesi e lombarde affreschi staccati di autori quali Bernardino Luini, Gaudenzio Ferrari, Vincenzo Foppa, Bergognone e Bramantino, dando così origine ad una delle maggiori raccolte di tale genere.
Raffaello
Dopo la Restaurazione (1815), la crescita delle collezioni della Pinacoteca continuò a ritmo ridotto ma costante grazie soprattutto a lasciti, doni, cambi e acquisti (fra questi spiccano il Cristo morto di Mantegna, acquistato presso gli eredi di Giuseppe Bossi nel 1824 e la Madonna del Roseto di Luini, giunto a Brera nel 1826). Nel 1882 la Pinacoteca, come le Gallerie di Venezia e Bologna, fu resa autonoma e separata dall'Accademia di Belle Arti, cui furono affidati gran parte dei dipinti ottocenteschi.
Andrea Mantegna
Lasciti ed acquisti proseguirono fino alla seconda guerra mondiale, portando in Pinacoteca importanti opere di Correggio, Pietro Longhi, Piazzetta, Tiepolo, Canaletto e Fattori, nonché la Cena in Emmaus di Caravaggio e il Pergolato di Silvestro Lega, acquistati grazie all'Associazione Amici di Brera e dei Musei milanesi. A causa dei pesanti bombardamenti che colpirono Milano nel 1943 il palazzo di Brera fu molto danneggiato -i saloni Napoleonici furono completamente distrutti- ma fu rapidamente ricostruito e la Pinacoteca, con un nuovo allestimento di Pietro Portaluppi riaprì nel 1950.
Giorgio Morandi
Negli anni Settanta arricchì le collezioni la straordinaria donazione di Emilio e Maria Jesi, che comprende opere dei maggiori artisti del primo Novecento, fra cui Boccioni, Braque, Carrà, De Pisis, Marino Marini, Modigliani e Morandi mentre una parte della collezione di Lamberto ed America Vitali fu affidata al museo nel 2001. Esse costituiscono gli episodi più significativi del lento ma costante incremento di opere nel museo.

Orari di apertura

Giorno Orario
Domenica 08:30 - 19:15
Lunedì 08:30 - 19:15
Martedì 08:30 - 19:15
Mercoledì 08:30 - 19:15
Giovedì 08:30 - 19:15
Venerdì Closed
Sabato 08:00 - 23:00

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