Galleria Borghese

Galleria Borghese, Roma, RM, Italia (5)

Descrizione

La Villa Pinciana fu costruita per essere un museo, luogo di cultura, per l'esposizione di immagini esemplari dell'arte antica e moderna, per la musica, gli studi in una piccola biblioteca, ma anche per la contemplazione della natura (con rare piante e animali), dei campioni di fossili e infine della tecnologia moderna di allora (ad esempio automi, specchi, lenti bizzarre e orologi particolari). I pregi dell'architettura sono attribuibili soprattutto a Flaminio Ponzio, straordinario architetto di fiducia del papae del cardinale. Ponzio inventò la ratio dei volumi delle sale, l'ordine dorico dell'architettura esterna, e liberò l'architettura del palazzo dall'aspetto tradizionale delle ville, più monolitico e chiuso, facendo emergere a sorpresa, accanto alle parti aggettanti in alto (torri), risalti in avanti e di fianco in un dinamico rapporto, assecondato dall'ordine delle finestre e delle porte comunicanti con le vie del giardino sui quattro lati. Il nucleo più importante delle sculture e delle pitture nella Galleria Borghese risale al collezionismo del cardinale Scipione (1579-1633), figlio di Ortensia Borghese, sorella del Papa Paolo V, e di Francesco Caffarelli, ma gli eventi dei tre secoli successivi, tra perdite e acquisti, hanno lasciato notevoli tracce. L'attenzione del cardinale Scipione era rivolta a tutte le espressioni di arte antica, rinascimentale e contemporanea, atte a rievocare una nuova età dell'oro. Non particolarmente interessato all'arte medioevale, ricercò invece, con passione, la scultura antica. Ma l'ambizione del cardinale favorì la creazione di nuove sculture e soprattutto di gruppi marmorei che fossero messi a confronto con le opere antiche. Il ritratto di Paolina Bonaparte Borghese, eseguito dal Canova tra il 1805 e il 1808, è presente nella Villa dal 1838. Nel 1807 Camillo Borghese vende a Napoleone 154 statue, 160 busti, 170 bassorilievi, 30 colonne e vari vasi che costituiscono il fondo Borghese del Louvre. Ma già nel terzo decennio dell'Ottocento le gravi lacune sembrano colmate con nuovi materiali provenienti da recenti scavi archeologici e con opere recuperate dalle cantine e da varie altre dimore borghesiane. La collezione dei dipinti del cardinal nepote era notevole, e già nel 1613 poeticamente descritta da Scipione Francucci. Nel 1607 il Papa aveva fatto assegnare a Scipione 107 dipinti confiscati al pittore Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d'Arpino. Dell'anno successivo fu l'asportazione clandestina dalla cappella Baglioni nella chiesa di S.Francesco a Perugia e il trasporto a Roma della Deposizione di Raffaello, assegnata al cardinale Scipione con motu proprio papale. Nel 1682 confluisce parte dell'eredità di Olimpia Aldobrandini, che includeva opere della collezione del cardinale Salviati e di Lucrezia d'Este, nella collezione Borghese. Ultima opera, el 1827 Camillo Borghese acquistò a Parigi l'importante Danae del Correggio.

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