Descrizione
L’edificio si innesta sulla vecchia struttura ottocentesca della stazione Maria Antonia (1848), ormai insufficiente per la città. La stazione è riconducibile al linguaggio del Razionalismo: è un blocco compatto che si caratterizza per un’accentuata orizzontalità (sottolineata anche dai ricorsi in pietra, dalla cornice modanata di rivestimento e dalla pensilina), che si contrappone con lo slancio verticale dell’abside e del campanile di Santa Maria Novella, che si trova sul lato opposto rispetto alla stazione. A livello materico la scelta ricade su un rivestimento di tipica pietra forte fiorentina, integrando così il nuovo edificio con il tessuto circostante. La compattezza materica del fronte sulla piazza è interrotta dalla grande vetrata bordata in ferro, da sempre paragonata a una cascata d’acqua sul muro di pietra. La galleria di testa, con la sua ampiezza e luminosità, è stata spesso paragonata a una strada, posta ortogonale e a congiunzione di via Alamanni e via Valfonda. L’essenzialità e la misura dell’esterno si contrappone alla ricchezza dei materiali utilizzati negli interni, come nella biglietteria con i rivestiementi in marmo verde per i pilastri, in marmo giallo di Siena per le pareti, in marmo bianco apuano per i contorni delle aperture. Le facciate e le pavimentazioni sono state oggetto di restauro tra il 1989 e il 1990, in occasione dei campionati di calcio “Italia’90”.