Collezione
La collezione Doria Pamphilj nasce alla meta’ del ‘600 grazie a papa Innocenzo X Pamphilj, che dopo aver radunato una delle piu’ ricche raccolte d’arte private, la vincola evitandone la dispersione tra gli eredi e proibendone la vendita.
Si compone di opere di scuola romana, emiliana, ferrarese, veneta, di ambito classicista e fiammingo (Raffaello, Tintoretto, Tiziano, Caravaggio, Annibale Carracci, Gaspar Dughet, Alessandro Algardi, Mattia Preti) giunte in seguito ad acquisti mirati sul mercato antiquario e come doti delle consorti dei diversi principi Pamphilj.
Le opere sono ospitate in 9 sale al piano nobile del palazzo, e nella Galleria vera e propria, prospiciente via del Corso, lungo cui si apre il Gabinetto di Velazquez, con due celebri ritratti del committente.
Palazzo
Lo scrigno che conserva la raccolta e’ il palazzo Doria Pamphilj sorto alla meta’ del ‘400 come dimora del cardinal Niccolo’ Acciapacci. Durante il XVI secolo passa alla famiglia Della Rovere e nel 1601 viene acquistato dal cardinale Pietro Aldobrandini, per questo giunge in dote ai Pamphilij nel 1647, in occasione del matrimonio tra Olimpia Aldobrandini e Camillo Pamphilj. In questi stessi anni il palazzo viene ingrandito da Antonio Del Grande (1659-63), successivamente Gabriele Valvassori ridisegna il prospetto su via del Corso (1731-34), facendone un capolavoro del ‘700 romano, mentre Paolo Ameli realizza l’ala su via del Plebiscito e lo scalone nobile (1739-44). L’ultimo intervento e’ realizzato da Andrea Busiri Vici verso la fine del XIX secolo.
All’interno il palazzo e' stato decorato di volta in volta secondo i gusti dominanti nelle varie epoche. L’attuale sistemazione e’ stata realizzata in occasione del trasferimento del ramo Doria Landi Pamhilj da Genova a Roma (1763), ancora gli attuali proprietari dell’edificio e della collezione.