Storia
Il Cimitero delle Fontanelle è un antico cimitero della città di Napoli chiamato in questo modo per la presenza in passato di fonti d'acqua.
L'origine si fa risalire al XVI secolo ed è legata alla storia e soprattutto alle disgrazie del popolo napoletano.
Prima del XVI secolo c'è l'uso di interrare i corpi dei defunti nelle chiese. Quando però non c'era più spazio in una chiesa veniva dato compito ai "salmatari" di disseppellire di notte i defunti più vecchi e stiparli in cave come quella delle Fontanelle.
Ma la data in cui la Cava delle Fontanelle diventa il Camposanto delle Fontanelle è il 1654 quando la pestilenza si abbatte sui Napoletani decimandoli. Per cui fu dato ordine di riaprire la cava delle Fontanelle e furono stipati 250.000 salme su una popolazione di 400.000 abitanti.
A questa disgrazia ne seguirono altre carestie, tre rivolte popolari e altrettanti terremoti, nonché cinque eruzioni del Vesuvio ed in ogni caso si utilizzò il Cimitero delle Fontanelle per accogliere le salme.
Nel 1837, per provvedimento del Consiglio Sanitario, in seguito all'invasione del "colera morbu", furono portati in questo cimitero altre salme. Il cimitero rimase abbandonato fino al 1872, quando Don Gaetano Barbati, con l'aiuto di popolane mise in ordine le ossa nello stato in cui ancora oggi si vedono e tutte anonime, ad eccezione di due scheletri: quello di Filippo Carafa Conte di Cerreto dei Duchi di Maddaloni, e di Donna Margherita Petrucci entrambi riposano in bare protetti da vetri.