Descrizione
L'attuale Villa Celimontana è quanto rimane dell'originario giardino dei Mattei al Celio, costruito negli ultimi decenni del secolo XVI e oggetto di molteplici trasformazioni che ne hanno modificato completamente l'aspetto. Ciriaco Mattei, artefice della profonda trasformazione del luogo, trasformò la vigna in un giardino ricco di statue e di fontane impegnando architetti, artisti e maestranze. La Villa rimase di proprietà della famiglia Mattei fino all'estinzione della linea maschile all'inizio dell'Ottocento. Dopo alcuni passaggi di proprietà, nel 1926 la palazzina Mattei venne consegnata al suo definitivo assegnatario, la Regia Società Geografica Italiana mentre il parco fu destinato a verde pubblico e nel 1928 aperto alla cittadinanza.L'area su cui si estende la villa, intorno alla chiesa di S. Maria in Domnica, occupata in epoca medievale e nel primo rinascimento da orti e vigneti, fu acquistata verso la metà del '500 da Giacomo Mattei, che la diede in dote alla figlia Claudia, sposa e cugina di Ciriaco Mattei, artefice della profonda trasformazione del luogo. Oltre a estendere la proprietà infatti, trasformò la vigna in un giardino ricco di statue e di fontane, profondendovi grande spesa e impegnando assiduamente architetti, artisti e altre maestranze. Dopo la prima guerra mondiale, la Villa fu confiscata dallo Stato italiano che la incamerò come bene nemico, essendo la famiglia Hoffmann, proprietari al tempo, di nazionalità tedesca. La palazzina Mattei, consegnata al suo definitivo assegnatario, la Regia Società Geografica Italiana, dopo alcuni lavori di sistemazione, il 7 giugno 1926 fu inaugurata come sede di quell'Istituto. Il parco intanto veniva destinato a verde pubblico: due piccole porzioni del giardino furono assegnate alla Stazione chimico-agrario-sperimentale, mentre l'area residua, cioè il parco, nel 1925 fu concesso in uso perpetuo al Governatorato di Roma, che ne prese possesso l'anno successivo, ma solo nel 1928 veniva deliberata l'apertura al pubblico della Villa, che fu allora dotata anche di illuminazione elettrica. Nel 1931, a compimento dei lavori di allargamento di via della Navicella iniziati nel 1926, l'ingresso principale fu abbellito dal portale della Villa Giustiniani-Massimo al Laterano, demolito nel 1885 e rimontato con alcune aggiunte. L'obelisco capitolino, interno alla Villa, era giacente in terra presso l'Aracoeli ancora nel Cinquecento, dove era stato innalzato nel XIV secolo, ed è costituito da due monoliti, dei quali quello superiore, sormontato da una sfera in bronzo, decorato con geroglifici relativi al faraone Ramsete II (1290-1233 a.C.), l'inferiore invece, privo di iscrizioni, di epoca più recente. Proviene da Heliopolis e in epoca romana si trovava presso l'Iseo in Campo Marzio