Duomo

Duomo di Salerno, Piazza Alfano I, Salerno, SA, Italia (0)

Descrizione

Il Duomo di Salerno, dedicato a San Matteo, è il massimo esempio di stile romanico in città. Venne fatto edificare da Roberto il Guiscardo tra il 1080 e il 1085 e consacrato da papa Gregorio VII nel 1084 durante il suo esilio in città.
Esternamente è caratterizzato da una facciata barocca, rimaneggiata nel 1758, ove all’estremità destra, al livello della strada, si trova la Sala di San Lazzaro, originaria aula della Scuola Medica Salernitana e che oggi ospita il caratteristico presepe dipinto dell’artista salernitano Mario Carotenuto.
Salita la scalinata secentesca a rampe convergenti, si giunge alla Porta dei Leoni (portale romanico dell’XI sec.), dove a destra è riprodotto un leone (simbolo della forza) e a sinistra una leonessa con un leoncino (simbolo della carità). Sull'architrave una scritta ricorda a chi entra l'alleanza tra i principati di Salerno e di Capua. Il fregio, raffigurante una pianta di vite (rimando al salvifico Sangue di Cristo) presenta altre decorazioni animali: una scimmia (simbolo dell'eresia) e una colomba che becca i datteri (simbolo dell'anima che si pasce dei piaceri ultraterreni).
Superata la Porta dei Leoni si accede allo spettacolare atrio caratterizzato dal quadriportico in stile romanico. Il quadriportico è dominato a sud-ovest dallo splendido campanile (prima metà del XII sec.), in stile arabo-normanno, alto 52 m. su una base di 10 m. Sul quadriportico si apre inoltre la Porta in Bronzo delle chiesa, fusa a Costantinopoli nel 1099 e donata alla città dai due coniugi Landolfo e Guisana Butrumile. Formata da 54 formelle in gran parte raffiguranti croci bizantine, presenta al centro una teoria di santi (tra i quali spicca san Matteo), la raffigurazione simbolica di due grifi che s'abbeverano ad un fonte battesimale (il grifo, oltre che dell'immortalità dell'anima, è anche simbolo della famiglia normanna degli Altavilla, ai quali apparteneva il fondatore Guiscardo). Al centro del quadriportico esisteva una fontana monolitica in granito egiziano; sottratta da Ferdinando IV di Borbone nel 1820, fu portata a Napoli nella villa comunale dov'è tuttora soprannominata popolarmente "la fontana delle Paparelle". La fontana attuale è un vecchio fonte battesimale.
L’interno del Duomo è grandioso, a tre navate, lo stile secentesco è dominante, ma sono stati rinvenuti elementi medievali. In fondo alla navata centrale si trovano due magnifici amboni con decorazioni musive e sorretti da colonne. Sulla sinistra è collocato l'ambone Guarna (1180), finemente decorato con mosaici e sculture, donato da Romualdo Guarna, Arcivescovo a Salerno dal 1163 al 1180. Al particolare pregio delle sculture si affianca la preziosità della decorazione musiva fondata sul ripetersi e sul complicarsi del modulo di ispirazione bizantina del disco inscritto in una fascia a motivi geometrici sempre diversi. Sulla destra vi è l'ambone detto D'Aiello perché la sua donazione è attribuita alla famiglia dell'arcivescovo Niccolò D'Aiello (1195). L'ambone è a pianta rettangolare su dodici colonne a fusto liscio con capitelli in cui si ripetono più motivi ornamentali.Sui pannelli a mosaico si ritrova il motivo del disco inserito in una cornice a spirale. Accanto all'ambone maggiore, c'è la colonna del cero pasquale, presso la quale sorgeva l'antica iconostasi, demolita nell'800 e sulla quale probabilmente erano posti i celebri Avori Salernitani, oggi conservati nel Museo Diocesano.
Il coro ed il transetto sono caratterizzati da uno splendido pavimento cosmatesco del XII sec. I mosaici degli absidi sono stati rifatti nel 1954
L’abside destra è la Cappella delle Crociate, detta così perché vi si benedicevano le armi dei Crociati prima della partenza per la Terrasanta, e custodisce sotto l’altare le spoglie di papa Gregorio VII (al secolo Ildebrando di Soana), morto esule a Salerno nel 1085.
Alla fine della navata di sinistra, invece, sorge il grandioso mausoleo della regina Margherita di Durazzo, e lì vicino si trova l’accesso alla Cripta del Duomo.
La Cripta è barocca, divisa in tre navate, interamente e riccamente decorata. Al centro si trova la tomba di San Matteo, esattamente sotto l'altare maggiore della soprastante Cattedrale, è seminterrata, ed è costituita da un ampio baldacchino marmoreo recante gli stemmi dei Borbone, sul quale troneggia una statua bronzea e bifronte dell'Evangelistanell'atto di scrivere, opera del 1605 dello scultore Michelangelo Naccherino; sotto si trovano le reliquie del Santo, giunte a Salerno nel 954, portate dal principe longobardo Gisulfo I, e traslate nella cripta nel 1081. Tutti gli affreschi del soffitto (1643) sono opera del pittore tardo-manierista Belisario Corenzio e raffigurano scene del Vangelo di Matteo, oltre ad alcuni episodi di storia salernitana (quali L'assedio della città da parte dei francesi). I marmi che racchiudono le antiche colonne e le pareti sono della metà del Settecento e sono opera del marmista napoletano Francesco Ragozzino; sulle pareti ci sono venti statue raffiguranti San Giovanni Battista e i primi santi vescovi di Salerno.
Nell'abside mediana si trova la cappella dei Martiri Salernitani: Fortunato, Gaio, Ante e Felice.