Descrizione
La chiesa di San Pietro a Corte fa parte del Complesso Monumentale di San Pietro a Corte, la più importante fondazione longobarda presente in Città. I resti monumentali si configurano come uno dei principali documenti architettonici della Salerno medievale, nonchè tra i documenti dell’architettura longobarda presenti in Europa, e costituiscono un esempio unico di edificio palazziale.
La struttura del complesso si deve al principe Arechi II, che nel 774 trasferì la capitale della Longobardia Minore da Benevento a Salerno per motivi politici e strategici, costruendosi un magnifico palatium, di cui la chiesa di San Pietro costituiva la cappella privata. L'edificio religioso, in particolare, poggia sul frigidarium di un complesso termale di età imperiale (fine I - inizio sec.II sec. d.C.), in seguito riutilizzato come sepolcreto dalle comunità cristiane di Salerno dove furono seppelliti importanti personaggi pubblici dell’epoca (vir spectabilis), oggi identificato come ipogeo.
Il complesso fu la sede più prestigiosa della corte principesca longobarda in Campania ed era costituito dall'edificio termale romano, dall'ecclesia paleocristiana, dalla cappella di palazzo longobarda ed, infine, dal palazzo pubblico medievale, di cui purtroppo non è rimasta traccia. La chiesa, durante il periodo normanno e fino al periodo svevo, venne utilizzata per usi pubblici. L'aula fu infatti impiegata per le riunioni del parlamento cittadino nel corso del XII sec. e in essa si teneva la cerimonia solenne del conferimento delle lauree della Scuola Medica Salernitana.
Una leggenda parla di un passaggio segreto tra il palazzo e il Castello di Arechi, in cima al monte. Questa credenza è ripresa anche dal Boccaccio nel Decameron, nella novella della quarta giornata, dove si narra di un passaggio segreto "allato del palagio del prenze", utile per consumare una storia d'amore tra la figlia di Tancredi, principe di Salerno, e un giovane di nome Guiscardo.
Alla chiesa si accede oggi attraverso una scala del '700. All'interno il restauro, intrapreso alla fine dello scorso secolo, ha portato alla luce le pareti originarie, ma si è lasciata a vista parte della decorazione sette-ottocentesca. Le opere sono state realizzate tra Cinquecento e Settecento. Al soffitto si può ammirare la grande tela a tempera grassa raffigura la Madonna in gloria con Santi, opera della seconda metà del XVIII sec. La pala dell'altare maggiore del XVI sec. rappresenta la Madonna col Bambino e con i Santi Ciro e Giovanni a destra e i Santi Pietro e Paolo con l'Abate Decio Caracciolo orante a sinistra.
Interessanti alcuni elementi lapidei medievali derivanti da crolli e risulte, nonchè resti del tappeto pavimentale tipico della Longobardia Maior.
Addossato al lato nord della cappella è il piccolo campanile romanico, la cui cronologia è incerta. Fu fatto costruire da Guaimario II intorno al 920 d.C., ma il campanile oggi visibile è certamente successivo all'edificazione del vicino Palazzo Fruscione e, di conseguenza, non antecedente al XIII secolo.
Attualmente il Complesso monumentale di San Pietro a Corte è gestito dal Gruppo Archeologico Salernitano che l’ha avuto in affidamento a seguito di un’ apposita convenzione stipulata con il Ministero per i beni e le attività culturali - Soprintendenze B.A.P. e B.A.S. di Salerno e Avellino.