Parco Regionale del Partenio

Parco regionale del Partenio, Mercogliano, AV, Italia (0)

Descrizione

I primi colonizzatori dei Monti del Partenio furono i popoli appartenenti alla Civiltà Appenninica. Sul territorio del Partenio si insediarono due dei rami del popolo Sannita: i Caudini, che si stabilirono nel Sannio Occidentale e gli Hirpini, che si stabilirono tra la Campania e la Puglia.
Il Partenio diventò punto di contattato tra queste genti. Nel territorio del Parco si consuma uno dei più famosi episodi storici: la sconfitta dei Romani ad opera dei Sanniti e l’episodio delle Forche Caudine.
Negli anni dal 1120 al 1124 San Gugliemo da Vercelli, venuto sul Partenio, fondò la prima Chiesa di Montevergine ed il suo ordine.
Nel 1824, invece, viene sdoppiata la Provincia di Salerno nel Principato Citeriore ed in quello Ulteriore. Quest’ultimo, con a capo Montefusco, comprendeva la maggior parte degli attuali Comuni della Provincia di Benevento e di Avellino e, quindi, buona parte dei paesi del Parco.
Nel 1500 Il Partenio è stata anche patria adottiva della famiglia Carafa alla quale apparteneva Gian Piero, divenuto Papa con il nome di Paolo IV. Questo Pontefice passò alla storia quale grande Riformatore attraverso il principio di castità, ubbidienza e povertà.
Il 1600 è l’anno di un forte calo demografico nei paesi del Parco, dovuto alle forti pestilenze. Questa tendenza si attenua ed inverte nel 1700, quando si verifica quel ritorno alle campagne che nel 1800 consentirà un sensibile sviluppo dell’agricoltura.
Il XVI secolo vede i paesi ed i monti del Parco scenario di uno dei più famosi fenomeni della storia del Mezzogiorno, quello del Brigantaggio.
La ricchezza di boschi, di cavità naturali, di zone impervie, questo territorio offrì un sicuro rifugio a quanti si davano alla macchia.
Il fremito dell’Unità d’Italia vede il Partenio come territorio protagonista. Molti patrioti parteciparono ai diversi moti rivoluzionari, tanto che Ferdinando II trasforma la sede della Regia udienza di Montefusco in Carcere talmente duro da guadagnarsi il nominativo di “Spielberg dell’Irpinia “.

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