Descrizione
Di particolare rilievo nella cittadina di Ariano è la raccolta di ceramica locale risalente, per lo più al XVII e XVIII secolo. Nel '700, secondo il Catasto onciario, esistevano in Ariano undici fornaci con circa 30 addetti. Notevole era la produzione che riguardava la ceramica di uso domestico, ma altrettanto significativa doveva essere quella ornamentale. Guido Donatone ritiene che l'arte della maiolica arianese discenda e riprenda la locale tradizione ceramica ellenistica e romana attestata dal ritrovamento avvenuto ad Ariano nel Settecento, come afferma Tommaso Vitale, di una fornace di età romana con frammenti ceramici e vasi del tipo etrusco, nella contrada detta - Figoli -.
I prototipi di certe forme decorative e plastiche della maiolica di Ariano sono infatti da ravvisarsi nella caratteristica produzione fittile di statuette, figure votive ed in particolare di busti fittili muliebri dedicati al culto di divinità femminili, quali Demetra e la sannitica Kere, simbolo della vitalità e della natura.
Importante è la raccolta di edizioni a stampa rare e di pregio dei secoli XV e XVI, libri provenienti dai vari conventi cristiani esistenti sul territorio arianese e soppressi nell' 800. Le rispettive librerie furono concesse al Comune di Ariano per iniziativa del giureconsulto e uomo politico Pasquale Stanislao Mancini. Il nucleo più prezioso è costituito da edizioni cinquecentine provenienti dalle più note stamperie d'Italia e d'Europa (Venezia, Parigi, Lione, Basilea, Anversa, Salamanca, Lisbona, Colonia) Sono libri che trattano argomenti religiosi, ma non mancano quelli riguardanti la filosofia, la storia, il diritto, la geografia, e la medicina.
Di notevole pregio sono il testo del Sacro Bosco (John of Holywood) stampato a Venezia nel 1499; l'incunabolo, impresso a Venezia per Otinum Papiensem de Luna, nel 1498 di un opera di Gaetano da Thiene su Aristole.