Descrizione
Il Castello risale all'epoca longobarda (VII secolo) e nasce come avamposto difensivo, come lascia facilmente intuire anche la sua collocazione sopraelevata. Ai piedi del maniero ed in forma concentrica attorno allo stesso si formò progressivamente l'abitato, di cui si ha notizia per la prima volta in un documento del 1078. Dopo varie vicissitudini il Castello passò al Principe di Venosa Carlo Gesualdo, uomo del tardo Rinascimento, generalmente ricordato per essere stato il mandante del duplice omicidio della giovane moglie Maria d'Avalos e del suo amante Fabrizio Carafa. Protetto da uomini influenti e per sfuggire alla vendetta dei parenti della moglie e dell'amante, si rifugiò nel Castello di Gesualdo, dove si dedicò alla musica componendo negli ultimi anni della sua vita numerosi madrigali. Il maniero fu poi trasformato in una sontuosa residenza gentilizia in occasione delle sue seconde nozze con Eleonora d'Este.
Nel 1855 il Castello divenne di proprietà della famiglia Caccese che ne dispose una profonda trasformazione strutturale. Nel 1913, per l'alto valore architettonico, storico, artistico e ambientale è stato vincolato dalla Sovrintendenza ai Beni Artistici ed Ambientali di Salerno ed Avellino. E' stato gravemente danneggiato dal terremoto dell'Irpinia nel novembre 1980, ma, acquistato dal Comune di Gesualdo e della Provincia di Avellino agli inizi degli anni duemila, dopo un lungo lavoro di recupero, è stato in buona parte riaperto al pubblico nell'agosto del 2015.
La struttura è caratterizzata da pianta rettangolare con torri cilindriche, balconi e finestre realizzati in epoca ottocentesca dai quali si può godere di un incredibile panorama. E dotato di una corte interna con un pozzo centrale, dalla corte si può visionare un'antica incisione: "CAROLUS GESUALDUS EX GLORI ROGERII NORMANNI APULIAE ET CALABRIAE DUCIS GENERE CONPSAE COMES VENUSII PRINCEPS ETC EREXIT", Carlo Gesualdo, discendente dal glorioso Ruggero il Normanno, Duca di Puglia e Calabria, Conte di Conza, Principe di Venosa, ecc. eresse.