Descrizione
Lungo via Duomo, nel centro storico di Salerno, si incontra vicolo Cassavecchia che conduce ad un grazioso larghetto dove nel 1987, nei terranei di un settecentesco fabbricato, è stata aperta al pubblico la Collezione Ceramica Alfonso Tafuri. L'omonimo fondatore, persona impegnata nella tutela e salvaguardia del patrimonio storico e artistico del territorio, con un rigoroso restauro è riuscito a far riemergere gli elementi originari degli spazi.
Il museo è organizzato in cinque sezioni dedicate alla ceramica vietrese e salernitana dal XVIII al XX sec. Il percorso inizia con la sezione dei reperti più antichi, frammenti di vasellame e stoviglieria di uso quotidiano, recuperati nel centro storico a seguito di lavori di ristrutturazione di antichi palazzi, di scavi effettuati durante i lavori pubblici per la manutenzione delle strade o nelle discariche pubbliche, tra i materiali di risulta dei cantieri.
Il museo si caratterizza per le riggiole (piastrelle) di cui ha un campionario di antichi pavimenti risalenti al XVII sec. (periodo d'oro della tradizione napoletana: manifattura Giustiniani, Chianese, Del vecchio, Delle Donne, Stingo) e XVIII sec. (periodo di massimo splendore della manifattura vietrese: manifattura Tajani, Punzi, Sperandeo).
Nella terza sezione si trovano i pannelli e le targhe devozionali, raffiguranti immagini mariane e di santi.
Protagonista della quarta sezione è la ceramica del XIX sec.
Nella quinta sezione, invece, è rappresentato il periodo tedesco della ceramica vietrese, quando, tra il 1920 e il 1947 alcuni artisti provenienti dal nord Europa giunsero in costiera amalfitana e si stabilirono a Vietri sul Mare, affascinati dal luogo e dalla tradizione ceramica. Lavorarono nelle fabbriche locali dando inizio ad un periodo di rinnovamento di gusto e di stile, tra essi si ricordano Riccardo Doelker, Irene Kowaliska, Margareta Hannash, Gumther Studemann.
Il museo si arricchisce anche di una biblioteca specialistica.