Descrizione
Museo a cielo aperto delle principali ricerche plastiche tra Ottocento e Novecento, il Cimitero monumentale di Staglieno, con il suo straordinario patrimonio artistico, offre al visitatore una panoramica sugli sviluppi stilistici e formali della scultura di quel periodo: dal purismo classicista e romantico al verismo delle correnti naturaliste, dalle tensioni espressive del liberty e del simbolismo alle stilizzazione del linguaggio déco e alle monumentalismo novecentista, sino alle più recenti ricerche artistiche del dopoguerra. Il progetto originario di Carlo Barabino (1768-1835), risalente al 1837, fu a seguito ripreso dall’allievo Giovanni Battista Resasco (1799-1872). L’idea della costruzione di questa vera e propria “città dei morti” nacque ancora sulla scia del clima creato dall'editto napoleonico di Saint-Cloud (1804) con il quale si vietavano le sepolture nelle chiese e nei centri abitati. I lavori ebbero inizio nel 1847 e terminarono nel 1851, data in cui cominciarono a sorgere i primi monumenti funerari. Tuttavia, nel 1903 il Comune decise di bandire un nuovo concorso per l’ampliamento del cimitero, resosi quasi da subito insufficiente. Sin dall'inizio la principale committenza dei sepolcri non fu più rappresentata da quell'aristocrazia che fino allora era stata la guida della città, ma da una dinamica e moderna borghesia che, a cavallo tra XIX e XX secolo, svolse un ruolo decisivo per la rinascita economica e culturale di Genova. Celebre a livello internazionale per la ricchezza artistica dei suoi monumenti e per la suggestione del suo ampio e articolato disegno paesaggistico, fu definito da Ernest Hemingway (1899-1961) “una delle meraviglie del mondo”. Il cimitero accrebbe la sua fama anche grazie alla notorietà degli illustri personaggi che in esso ebbero sepoltura; oltre alle tombe dei garibaldini che fecero parte della Spedizione dei Mille e a quelle dei partigiani della Seconda Guerra Mondiale, la necropoli ospita i monumenti funebri di Giuseppe Mazzini (1805-1872), Alfred Noack (1833-1895), Nino Bixio (1821-1873), Gilberto Govi (1855-1966), Fabrizio De André (1940-1999), Edoardo Sanguineti (1930-2010) e di molti altre celebri personalità.