Descrizione
Il Palazzo fu eretto fra il 1530 e il 1540 da Luca Grimaldi. Dopo il 1658 la proprietà del palazzo passò alla famiglia De Franchi e, nel 1711, venne ceduta a Maria Durazzo Brignole-Sale, la quale avviò la completa ricostruzione dell’edificio. Si susseguirono nella dimora una serie di affittuari che, fra il XVIII e il XIX secolo, arricchirono Palazzo Bianco di significative raccolte artistiche. Maria Brignole-Sale De Ferrari, duchessa di Galliera (1811-1888), ultima erede di un’importante famiglia genovese, nel 1884 assegnò per testamento al Comune di Genova Palazzo Bianco "per la formazione di una pubblica galleria", di cui la città era allora priva. Un nucleo di opere antiche e moderne, trasferite dalla dimora parigina dei Galliera, fu destinato a divenire il fulcro del costituendo museo civico. In seguito, una serie di lasciti e donazioni accrebbe le collezioni, incrementate anche da tutti i beni artistici che erano confluiti nel tempo in proprietà pubblica. La prima sistemazione quale museo civico risale al 1889. Nel 1893 il museo fu riaperto al pubblico con un allestimento di sculture e quadri antichi e moderni, materiali archeologici, sculture e mobili. Le collezioni, fra il 1928 e il 1932, vennero riordinate cronologicamente e per scuola. Terminati i lavori di restauro in seguito al rovinoso bombardamento del 1942, il museo fu riaperto nel 1950 con un ordinamento nuovo, voluto da Caterina Marcenaro (1906-1976), direttore dell’Ufficio Belle Arti, e un allestimento studiato dal celebre architetto Franco Albini (1905-1977). Il risultato, fondato su una selezione rigorosa delle opere esposte e su scelte museografiche inedite, fu di alto profilo e pose il museo all’attenzione del mondo della cultura a livello nazionale e internazionale. Negli anni Settanta, le sculture e gli affreschi inseriti nel percorso museale, vennero trasferiti nel costituendo Museo di Sant’Agostino e Palazzo Bianco assunse l’attuale funzione di pinacoteca. Nel 2008 è stato completato il nuovo ordinamento delle opere: è così cronologicamente documentata l’evoluzione della cultura figurativa a Genova tra Cinquecento e Settecento, non solo presentando i più conosciuti maestri della scuola locale, ma anche i grandi artisti italiani ed europei che lavorarono per i committenti genovesi o i cui dipinti avevano fatto parte delle collezioni delle grandi famiglie cittadine.
Musei di Strada Nuova
Dal 2004, in occasione dell’appuntamento di Genova Capitale Europea della Cultura Palazzo Bianco, Palazzo Rosso e Palazzo Tursi – le tre storiche dimore di proprietà comunale nella cinquecentesca Strada Nuova – costituiscono un unico percorso espositivo consacrato all’arte antica, i Musei di Strada Nuova: Palazzo Rosso, storica dimora dei Brignole Sale, e Palazzo Bianco, prestigiosa pinacoteca, sono dalla fine dell’Ottocento aperti al pubblico; Palazzo Tursi è sede dell’Amministrazione Comunale cittadina ma, per volontà della stessa, destinato anche a uso culturale, museale e di alta rappresentanza. L’unione dei tre palazzi in un continuo percorso di visita, nel quale ogni edificio mantiene le proprie specifiche caratteristiche storiche e di collezione, ha così trasformato la cinquecentesca Strada Nuova (via Garibaldi) in una vera e propria “strada-museo”. Dal 13 luglio 2006 i tre edifici sono stati inclusi nella Lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO, insieme al sistema dei “Palazzi dei Rolli”. L’“elenco degli Alloggiamenti pubblici o Rolli”, ufficializzato nel 1576 da un Decreto del Senato, promulgava una lista ufficiale di palazzi (142 in tutto). In assenza di un palazzo reale, esso obbligava i proprietari di queste dimore ad ospitare, a turno, le visite di stato. A seconda del grado di importanza dell’ospite in visita veniva scelto un palazzo per ospitarlo: più elevato era il suo grado di nobiltà, più fastoso doveva essere il palazzo e più ricca la famiglia che aveva l’onore e l’onere di accoglierlo. Nei successivi aggiornamenti degli elenchi dei Rolli (1576-1588-1599-1614-1644) furono inclusi tutti i palazzi di Strada Nuova.