Descrizione
Il nobile Nicolò Grimaldi, aveva iniziato a finanziare il re di Spagna Filippo II dal 1552, diventando il suo primo banchiere. La sua ricchezza e la sua potenza arrivarono a fruttargli il soprannome di “monarca”. Il terreno fu acquistato nel 1564 da Luca Grimaldi, già proprietario di Palazzo Bianco, e i lavori terminarono tra il 1572 e il 1579; nel 1576 è inserito negli elenchi dei palazzi dei Rolli. Già nel 1593 il palazzo fu venduto a Giovanni Battista e Giovanni Stefano Doria i quali, nel 1596, lo rivendettero a Giovanni Andrea Doria principe di Melfi e a suo figlio Carlo, duca di Tursi (da cui l’attuale nome dell’edificio). Nel 1820 fu acquistato dai Savoia come loro residenza genovese, ma vi risiedette solo Maria Teresa, vedova di Vittorio Emanuele I. Nel 1838 divenne sede del Collegio dei Gesuiti e nel 1848 divenne del Municipio. Colpisce l’ampiezza della sua facciata, larga il triplo rispetto a quelle degli altri palazzi della via. Varcando il portale scolpito da Taddeo Carlone alla fine del Cinquecento, si accede all’atrio. Da esso uno scalone marmoreo conduce al monumentale cortile porticato dal quale parte un altro scalone che, diramandosi in due rampe, conduce ad un loggiato. Il palazzo è dotato di due giardini e quello di sinistra presenta i resti della chiesa di San Francesco di Castelletto; nel maggio 2016 è stato inaugurato il nuovo passaggio coperto che, oltre a presentare alcuni resti dell’antico complesso religioso francescano, permette di unire il percorso museale del palazzo con Palazzo Bianco. Alla grandiosità architettonica fa da contraltare una decorazione degli interni molto sobria. Quando l’edificio divenne sede del Comune, i pittori Nicolò Barabino e Francesco Gandolfi decorarono alcuni ambienti, fra cui il salone principale affrescato nel 1862 con “Cristoforo Colombo che presenta ai reali di Spagna i prodotti dell’America”. Nella Sala Rossa, in un armadio è custodito il celebre “cannone”, il violino di Niccolò Paganini, assieme a quello di Camillo Sivori; nello stesso è conservata anche l’urna con le ceneri di Cristoforo Colombo.
Musei di Strada Nuova
Dal 2004, in occasione dell’appuntamento di Genova Capitale Europea della Cultura Palazzo Bianco, Palazzo Rosso e Palazzo Tursi – le tre storiche dimore di proprietà comunale nella cinquecentesca Strada Nuova – costituiscono un unico percorso espositivo consacrato all’arte antica, i Musei di Strada Nuova: Palazzo Rosso, storica dimora dei Brignole Sale, e Palazzo Bianco, prestigiosa pinacoteca, sono dalla fine dell’Ottocento aperti al pubblico; Palazzo Tursi è sede dell’Amministrazione Comunale cittadina ma, per volontà della stessa, destinato anche a uso culturale, museale e di alta rappresentanza. L’unione dei tre palazzi in un continuo percorso di visita, nel quale ogni edificio mantiene le proprie specifiche caratteristiche storiche e di collezione, ha così trasformato la cinquecentesca Strada Nuova (via Garibaldi) in una vera e propria “strada-museo”. Dal 13 luglio 2006 i tre edifici sono stati inclusi nella Lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO, insieme al sistema dei “Palazzi dei Rolli”. L’“elenco degli Alloggiamenti pubblici o Rolli”, ufficializzato nel 1576 da un Decreto del Senato, promulgava una lista ufficiale di palazzi (142 in tutto). In assenza di un palazzo reale, esso obbligava i proprietari di queste dimore ad ospitare, a turno, le visite di stato. A seconda del grado di importanza dell’ospite in visita veniva scelto un palazzo per ospitarlo: più elevato era il suo grado di nobiltà, più fastoso doveva essere il palazzo e più ricca la famiglia che aveva l’onore e l’onere di accoglierlo. Nei successivi aggiornamenti degli elenchi dei Rolli (1576-1588-1599-1614-1664) furono inclusi tutti i palazzi di Strada Nuova.