Descrizione
Il palazzo fu edificato per volontà di Nicolosio Lomellino tra il 1563 e il 1563 dall’architetto e pittore Giovanni Battista Castello detto il Bergamasco (1526-1569) e inserito nell'elenco dei palazzi dei Rolli dal 1576. Il nobile genovese aveva accumulato ingenti ricchezze con la raccolta del corallo nell’isola tunisina di Tabarca. Nel 1609 fu acquistato da Luigi Centurione e dalla famiglia Pallavicini nel 1711. Nel 1865 fu ereditato da Andrea Podestà, figura di spicco nella Genova del tempo, sindaco della città per tre mandati e senatore del regno. Colpisce la ricchezza della facciata, finemente decorata da stucchi attribuibili al Bergamasco e all’urbinate Marcello Sparzo (seconda metà XVI-inizio XVII secolo), attivo anche nella decorazione dell’atrio ovale. Superato l’androne si incontra il cortile con il monumentale ninfeo: elemento decorativo imprescindibile dei giardini e dei cortili delle grandi dimore genovesi del XVI nel XVII secolo, fu realizzato da Domenico Parodi (1672-1742) su commissione dei Pallavicini. Il suo sviluppo in altezza connette il palazzo al giardino soprastante, ampliato e modificato anch’esso nel corso degli interventi della prima metà del Settecento, popolato da sculture, da una grotta artificiale e da un ninfeo riconducibili sempre alla regia di Parodi. La torre, realizzata dal Lomellino forse su ispirazione delle architetture islamiche da lui ammirate nell’Africa del Nord, fungeva da punto panoramico e conteneva un sistema meccanico per l’approvvigionamento idrico del giardino. Il primo piano nobile presenta una decorazione ad affresco commissionata da Luigi Centurione al pittore Bernardo Strozzi (1581-1644) negli anni Venti del Seicento. Nel salone centrale, troviamo raffigurata la “La Fede sbarca nel Nuovo Mondo”: Cristoforo Colombo aiuta l’allegoria del Cristianesimo a sbarcare dalla sua scialuppa, sulla quale sono presenti anche i quattro Evangelisti. Il riquadro centrale è attorniato da raffigurazioni di indigeni e di uccelli esotici. L’affresco vuole ricordare l’opera di evangelizzazione delle Americhe iniziata con la scoperta da parte di Colombo e celebrare i rapporti del grande navigatore genovese con la famiglia Centurione, i quali furono fra i primi finanziatori delle sue imprese.
I Palazzi dei Rolli
Via Garibaldi si inserisce nel sistema delle “Strade Nuove” (assieme a Via Cairoli e Via Balbi), le quali formano un contesto urbano composto principalmente da due assi residenziali di età moderna. Dal 13 luglio 2006 esse sono state incluse nella Lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO, insieme al sistema dei “Palazzi dei Rolli”. L’“elenco degli Alloggiamenti pubblici o Rolli”, ufficializzato nel 1576 da un Decreto del Senato, promulgava una lista ufficiale di palazzi (142 in tutto). In assenza di un palazzo reale, esso obbligava i proprietari di queste dimore ad ospitare, a turno, le visite di stato. A seconda del grado di importanza dell’ospite in visita veniva scelto un palazzo per ospitarlo: più elevato era il suo grado di nobiltà, più fastoso doveva essere il palazzo e più ricca la famiglia che aveva l’onore e l’onere di accoglierlo. Nei successivi aggiornamenti degli elenchi dei Rolli (1576-1588-1599-1614-1664) furono inclusi tutti i palazzi di Strada Nuova. Il palazzo, oggi di proprietà dei marchesi Bruzzo