Piazza Libertà

Piazza Libertà, Avellino, AV, Italia (0)

Descrizione

Nel periodo dell'Alto Medioevo la città si espande verso ovest ed è proprio in questo momento che ha inizio la storia della piazza individuata semplicemente come ''il largo''. Su questo territorio, periferia rurale dell'Avellino longobarda, vennero eretti una Chiesetta (S. Maria degli Angeli) ed un modesto rifugio per pochi frati francescani. Dopo la canonizzazione di Francesco d'Assisi, avvenuta nel 1228, la chiesa gli fu dedicata e nel volgere di pochi anni il Complesso conventuale di San Francesco divenne uno dei luoghi più significativi della religiosità delle genti ininterrottamente per di più di settecento anni, fino allo sciagurato abbattimento del 1939. Fino al secolo XV "il Largo"rappresentò una periferia urbana "foras civitatem avellini", nel piccolo monastero vivevano i frati conventuali e nel vicino Ospedale venivano accolti i poveri viandanti. Momento di grande vitalità era rappresentato dalla fiera annuale di San Modestino, concessa agli avellinesi da Giovanna I d'Angiò nel 1347, che si svolgeva dal 23 giugno al 5 luglio. A metà Cinquecento, per la munificenza della nobildonna italo-spagnola Maria de Cardona, Signora di Avellino, viene costruito, sul capo orientale del Largo il Monastero domenicano della SS. Annunziata (attuale Prefettura). Agli inizi del '600 ''il largo'' assume il nome di ''Largo della SS.ma Annunziata'' .
Nel 1620 Marino II Caracciolo fa erigere nei pressi del Monastero domenicano una delle due monumentali porte urbiche ''Porta Napoli'', da cui iniziava il ''Viale del Miglio'', ombreggiato da un doppio filare di pioppi. E’ con la costruzione della nuova residenza principesca, Palazzo Caracciolo, che il Largo diviene il centro intorno al quale si svilupperà la futura città. Con la rivoluzione del 1647, la rivoluzione capitanata a Napoli da Tommaso d'Aniello (Masaniello), il palazzo dei Caracciolo venne assalito dalle bande del capopopolo Paolo di Napoli, distruggendovi il ricco archivio di famiglia. Nell'anno 1656 in Città si diffuse un'epidemia di peste. I terremoti del 1694 e del 1702 assestarono il definitivo colpo di grazia alle vecchie strutture, rendendo inagibile la residenza. Fu in questo contesto che la principessa Antonia Spinola - moglie di Francesco Marino Caracciolo - che esercitò di fatto il potere nelle prolungate assenze del marito, fece costruire presso il ''Largo della SS.ma Annunziata'' il primo nucleo del futuro Palazzo Caracciolo, il Casino Spinola, detto popolarmente ''il Palazzotto''.
A partire dal 1709 fu costruita la nuova sede dei Caracciolo, allineata al Largo sul lato settentrionale, mentre il Palazzotto divenne una dipendenza adibita a scuderie, a carcere ed in seguito anche a caserma. II vecchio castello venne quasi completamente smantellato per fornire i materiali per la costruzione del nuovo palazzo. La scelta della Spinola risultò quanto mai nefasta perché arrecò un irreparabile danno alle memorie storiche della città e perché avviò quel processo di degrado e di abbandono del centro storico che si sarebbe aggravato nei secoli successivi. Il Monastero di S. Francesco, a causa dei diversi terremoti che si erano succeduti, fu avviato ad una prima fase di ristrutturazione grazie all'attività animatrice del servo di Dio Giuseppe Maria Cesa (1686-1744): la Chiesa veniva impreziosita da una cupola ricoperta con maioliche gialle e verdi, un chiostro scandito da un colonnato di venti elementi con al centro un pozzo di acqua sorgiva scavato nel tufo. Nel corso del Settecento sul ''Largo della SS.ma Annunziata'' erano accentrati i principali edifici cittadini: la residenza dei Principi Caracciolo, fulcro dell'Autorità civile; il Palazzo Vescovile, sede istituzionale del potere ecclesiastico della Diocesi; il Complesso monastico di San Francesco; il Monastero della SS.ma Annunziata; l'elegante Chiesa di S. Carlo, l' Ospedale di S. Onofrio; il palazzo Filippo de Concilij (attuale Palazzo Testa).
Nel 19esimo secolo le due porte cittadine, simbolo della feudalità, vennero abbattute; gli Uffici dell'Intendenza furono sistemati nell'ex convento domenicano (attuale Prefettura) a tal fine ristrutturato nel 1819/20. La sede dei Tribunali, civile e criminale, cadde sull'ex residenza dei Caracciolo, definitivamente trasferito al Comune con atto del 1808, e qui rimase ininterrottamente fino al 1978 quando veniva costruito il nuovo Palazzo di Giustizia in piazza d'Armi. Il ''Largo dell'Annunziata'', significativamente ribattezzato ''Largo dei Tribunali'', veniva definitivamente coinvolto da quella vita di toga che l'avrebbe contraddistinto per oltre un secolo e mezzo. La Chiesa dell'Annunziata, dopo l'allontanamento dei domenicani, sopravvisse come Chiesa del SS.mo Rosario; il Monastero di San Francesco venne assegnato dall'intendente Mazzas alle truppe francesi: da questo momento si succederanno truppe borboniche, austriache, bavaresi, in analogia con le vicende che caratterizzarono l'800. Intorno agli anni trenta l'Intendente Gualtieri, per incrementare le entrate comunali, fece erigere lungo il lato settentrionale della chiesa di S. Francesco un loggiato che copriva locali ad uso di botteghe. La Chiesa di S. Francesco subiva le prime espoliazioni: nel 1811 l'organo vanto della chiesa, veniva trasportato nella Cattedrale. L'Ospedale di Sant'Onofrio fin dal 1806 venne requisito dalle Autorità francesi ed adibito ad ospedale militare, successivamente demolito insieme alla Chiesa di S. Carlo per fare luogo al Teatro Comunale, affidata all'architetto fiorentino Domenico Chelli, ed in parte per consentire uno sbocco sul ''Largo'' alla strada dei Due Principati, in sostituzione dell'angusta cupa S. Francesco.

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