Descrizione
La villetta e il parco furono realizzati dal marchese Gio. Carlo Di Negro, il quale nel 1802 acquistò l’area affidando a Carlo Barabino il compito di erigere la sua residenza, impegnandosi a fondarvi una scuola di botanica. L’architetto genovese progettò un edificio in stile neoclassico attorniato da un parco all’inglese. La residenza del marchese divenne un punto di riferimento per gli intellettuali del tempo e furono suoi ospiti personalità del calibro di Alessandro Manzoni e Stendhal. Nel 1863 il Comune acquistò l’intera proprietà che, tra il 1873 e il 1942, ospitò il Museo di Storia Naturale, il Museo Geologico e, infine, il Museo Archeologico, al quale furono aggiunte le collezioni etnografiche. Il bombardamento alleato del 1942 distrusse la palazzina. Nel 1948, il Comune deliberò la costruzione al suo posto di un edificio museale atto ad accogliere l’inestimabile collezione di arte giapponese di Edoardo Chiossone (1833-1898), donata alla città nel 1899 e fino ad allora conservata presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova. Chiossone, artista genovese e direttore dell’Officina Carte e Valori del Ministero delle Finanze di Tokyo, durante la sua lunga permanenza in Giappone (1875-1891) ebbe modo di raccogliere una notevole quantità di opere di grande valore; gli oggetti esposti documentano la cultura giapponese, cinese e coreana dall’antichità all’Ottocento ed è considerata, ancora oggi, la più importante collezione d’arte orientale in Italia. Il nuovo edificio, primo museo italiano appositamente realizzato nel periodo postbellico a cura e spese di un ente pubblico, fu progettato dall’architetto Mario Labò seguendo le istanze del razionalismo e guardando all’architettura tradizionale giapponese; costruito tra il 1953 e il 1967, fu inaugurato nel 1971. L’allestimento (1967-1970) fu progettato e realizzato dall’architetto Luciano Grossi Bianchi in collaborazione con Caterina Marcenaro, direttore del Settore Belle Arti del Comune di Genova.
