Il gioiello barocco di Brescia
Negli anni successivi al sacco di Brescia, perpetrato nel 1512 dalle truppe di Gaston de Foix, la contessa Laura Gambara donò una sua proprietà con l'intento di dare riparo e conforto alle donne violentate: all'epoca essere una donna violata, oltre a essere una tragedia personale, costituiva anche un dramma sociale poiché le donne, ripudiate per il disonore dalle famiglie, erano spesso indotte a prostituirsi per poter sopravvivere. In seguito a questo gesto caritatevole si costituì la Congregazione delle Penitenti e successivamente, accanto alla casa, si edificò una prima chiesa dedicata alla Maddalena, la penitente per antonomasia.
Dal 1647 si operò un completo rinnovamento dell'edifico, principalmente per tre motivi: dare degna collocazione a uno strappo di affresco quattrocentesco raffigurante la Madonna della Carità, ritenuto miracoloso (oggi posto sopra l'altare principale), ospitare la fedele riproduzione della Santa Casa di Loreto e, con essa, promuovere il culto mariano, in ottemperanza ai precedenti dettami della Controriforma.
La facciata, realizzata a partire dal 1744, presenta dettagli interessanti, come le colonne in granito provenienti dal vicino Foro romano – successivamente reimpiegate nella cattedrale paleocristiana di San Pietro de Dom e demolita nel 1603 per far posto al Duomo Nuovo – sovrastate da una Madonna in marmo di Efeso, le statue di angeli con attributi mariani, il giglio e la Santa Casa, e la Ruota degli esposti (oggi murata) al di sotto di una crocifissione affrescata.
Internamente la chiesa presenta una pianta ottagonale e un apparato decorativo davvero scenografico in cui spicca la struttura dell'altare maggiore, che funge da facciata alla Santa Casa retrostante. Interessante notare come, da un punto preciso segnalato sul pavimento, altra splendida opera marmorea unica nel suo genere, il tabernacolo incornici il volto della Madonna di Loreto lì custodita.
Le aperture della chiesa sono affidate ai volontari del Touring Club Italiano.
