Libreria Piccolomini

Libreria Piccolomini, Piazza del Duomo, Siena, SI, Italia (5)

Descrizione

Per la sua collocazione, all’interno del Duomo di Siena, e la ricchezza dell’apparato decorativo, la Libreria Piccolomini, si segnala, per più versi, come un monumento eccezionale. Il 29 giugno 1502, a Roma, fu stipulato il contratto tra il committente, il cardinale Francesco Tedeschini Piccolomini, nipote del papa umanista Pio II (Enea Silvio Piccolomini) e il pittore umbro Bernardino di Betto, detto il Pinturicchio, cui veniva affidata l’intera decorazione della biblioteca. Tale ambiente, costruito lungo il fianco sinistro della cattedrale, ove prima sorgevano i locali della vecchia canonica, avrebbe dovuto contenere il cospicuo patrimonio librario del pontefice, con l’aggiunta di codici appartenuti al Tedeschini e a suo fratello Giacomo.

Per quanto concerne la cronologia degli affreschi, furono realizzati da Pinturicchio e la sua bottega in un torno di tempo che va dal 1503 e al 1508, con qualche interruzione. Alla morte del Tedeschini, il 18 ottobre 1503, da meno di un mese anch’egli eletto papa con il nome di Pio III, spettò agli eredi, i fratelli Andrea e Giacomo, l’incarico di portare a compimento le pitture, così come stabilito dal cardinale nel suo testamento. È probabile che, alla morte del papa, i fratelli, in memoria, facessero dipingere subito all’esterno della Libreria il grande affresco con l’Incoronazione di Pio III, forse ispirato alla rappresentazione teatrale della elezione del pontefice, avvenuta in Siena per evocare l’incoronazione sul sagrato di San Pietro in Vaticano.

La sfavillante volta decorata a grottesche mostra una serie di figure allegoriche, scene di vita pastorale, di baccanale, di thiasos marino e, nei riquadri più grandi, due episodi mitologici (Diana ed Endimione; il Ratto di Proserpina). Al centro si staglia lo stemma del cardinale Tedeschini Piccolomini, con cinque mezzelune, sormontato dal galero rosso.

Su tre pareti della Libreria, essendo uno dei lati occupato dalle finestre, si snodano Storie della vita di Enea Silvio Piccolomini, secondo il modulo iconografico della “Biografia dipinta”, una serie di scene tutte incentrate su un unico personaggio di cui si delinea la vita, con una serie di fatti in rigorosa successione storica. Sul muro nord-est della Libreria si svolgono quattro episodi che narrano sostanzialmente la giovinezza di Enea (l’eroe appare con la fluente capigliatura bionda), dalla partenza per il Concilio di Basilea alla scena in cui si riconcilia con Eugenio IV e viene successivamente nominato vescovo. Nei due riquadri della parete sud-est, Enea Silvio si manifesta ormai nell’esercizio delle sue funzioni di vescovo e viene nominato cardinale. Le quattro scene della parete sud-ovest delineano il percorso biografico in qualità di papa, dall’incoronazione al suo arrivo ad Ancona dove sarà colto dalla morte.

La Vita di Pio II scritta dall’umanista Giovanni Antonio Campano, segretario prima di Enea Silvio Piccolomini e poi del nipote Francesco Tedeschini e i Commentarii di Pio II costituiscono il rimando fondamentale per la genesi delle singole scene e la definizione dell’intera biografia di Enea Silvio. Dalla vita del pontefice del Campano derivano inoltre le iscrizioni dorate su campo azzurro (tituli in prosa) che corredano le varie storie.

La quinta scena del ciclo è una delle più note del ciclo: raffigura l’incontro, favoreggiato dal pontefice, tra l’imperatore Federico III ed Eleonora d’Aragona, avvenuto il 24 febbraio 1452, nei pressi di Porta Camollia (sullo sfondo una vista della città e della cattedrale). I protagonisti della storia sono effigiati al centro del riquadro – Enea Silvio pronubo – disposti secondo uno schema iconografico ispirato allo Sposalizio della Vergine. Pinturicchio si sofferma, in particolare, sulla rappresentazione di stoffe, ornamenti, gioielli indossati dai personaggi riunitisi introno agli augusti futuri sposi.

Nella scena con la Canonizzazione di santa Caterina da Siena, tra il pubblico degli ordini religiosi, in basso a sinistra, spiccano le due figure in cui da tempo si riconoscono il giovane Raffaello (con le calze rosse), che avrebbe collaborato con Bernardino di Betto alla esecuzione degli affreschi della Libreria, e il Pinturicchio stesso (con il berretto rosso).

Al centro della biblioteca si ammira il marmoreo gruppo delle Tre Grazie (copia di epoca romana da originale ellenistico), che Francesco Tedeschini acquisisce a Roma dal cardinale Prospero Colonna. Il pavimento ottocentesco è formato da ambrogette romboidali realizzate dalla manifattura Ginori, che sostituiscono quelle originali di forma triangolare e dimensioni minori, in parte conservate nei Depositi del Museo dell’Opera, in parte disperse in vari musei. Intorno, sotto gli affreschi, nelle vetrine disposte alle pareti, si conservano magnifici codici (Graduali e Antifonari). Si tratta di una collezione assai rappresentativa per la storia della miniatura italiana del XV secolo. Al di là degli artisti senesi, le pagine più preziose sono quelle decorate da Girolamo da Cremona e Liberale da Verona, celebri artisti chiamati, alla fine degli anni Sessanta, dal nord, per l’esecuzione di tali miniature.

Orari di apertura

Giorno Orario
Domenica 13:30 - 18:00
Lunedì 10:30 - 19:00
Martedì 10:30 - 19:00
Mercoledì 10:30 - 19:00
Giovedì 10:30 - 19:00
Venerdì 10:30 - 19:00
Sabato 10:30 - 18:00