Descrizione
Nell’area antistante Porta all’Arco si sviluppa il Prato di Sant’Agostino, che potremmo definire l’unico “prato” al mondo fatto di sassolini. La piazza è tra le poche di Siena a pianta quadrata ed alle sue spalle è delimitata dal monumentale complesso del Convento di Sant’Agostino e della chiesa ad esso annessa.
L’interno, così come lo vediamo ancora oggi si deve all’opera dell’architetto Luigi Vanvitelli (1700-1773), chiamato nel 1755 ad intervenire sull’edificio devastato pochi anni prima da un incendio.
Notevolmente danneggiato dal terremoto che nel 1798 colpì la città di Siena, il complesso fu oggetto di restauri che si trascinarono per anni fino a quando, dopo la caduta del Governo francese, venne acquistato dai Padri Scolopi, che incaricarono l’architetto senese Agostino Fantastici di trasformarlo in sede del Collegio Tolomei. La chiesa perse l’antico campanile, demolito durante i lavori e acquistò il monumentale portico d’ingresso di gusto neoclassico che ancora oggi introduce i visitatori all’interno del tempio.
L’esterno della chiesa costruito in mattoni, si presenta estremamente semplice e privo di decorazioni. La pianta è a croce latina, con un’unica grande navata, secondo la tipologia tipica degli ordini mendicanti. La parte terminale della chiesa è costituita da un grande coro quadrangolare, dove è collocato l’altare maggiore, e da quattro cappelle, anch’esse a pianta rettangolare. La copertura della navata, un tempo a capriate lignee, si presenta con volte e cupola emisferica, mentre le cappelle ai lati del coro sono coperte da volte a botte.
Le pareti laterali della navata sono scandite da una serie di semicolonne a stucco che inquadrano gli altari policromi eretti tra il Cinquecento e il Seicento, che fanno da cornice a pregevoli pale dipinte.
Gli interni della chiesa sono degni di nota, oltre ai poderosi altari in marmo policromo vi troviamo opere di Francesco di Giorgio Martini (gli affreschi La nascita della Vergine e la Natività), Rutilio Manetti (Sant’Agostino tentato dal diavolo), Francesco Vanni (Battesimo di Costantino), il Sodoma (Adorazione dei Magi), Ambrogio Lorenzetti (Maestà), il Perugino (Crocifissione) e Astolfo Petrazzi (Comunione di San Girolamo) a cui si aggiunge il monumento marmoreo a Pio II opera di Giovanni Duprè.
Nel 1811 il semplice ingresso della struttura venne arricchito con il loggiato neo-classico disegnato dall’architetto Agostino Fantastici oggi riportato all’originario splendore con il recente restauro.
Nel XVII secolo il convento divenne un convitto-scuola, il Collegio Tolomei, in onore del nobile Celso Tolomei che lasciò parte dei suoi beni all’istituto. Le lezioni erano tenute dai Gesuiti e godettero da subito di un’ampia notorietà. La Compagnia di Gesù venne abolita nel 1773 per cui la gestione del Collegio passò agli Scolopi i quali collaborando con l’Università concepirono il Collegio come istituto propedeutico per la facoltà di Farmacia. Gli insegnamenti impartiti comprendevano Filosofia naturale, Botanica, Matematica, Chimica e Fisica.
L’Unità d’Italia portò, nel 1862, al riordino delle strutture scolastiche e all’istituzione del Ginnasio-Liceo, con la creazione di quest’ultimo venne riorganizzato anche il percorso formativo indirizzandolo verso le materie classiche ed umanistiche. Originariamente intitolato a Francesco Guicciardini, nel 1932 venne ridenominato “Liceo Enea Silvio Piccolomini”, nome che conserva ancora oggi.
Dal 1 novembre al 28 febbraio è possibile visitare la chiesa su richiesta.