Fontebranda

Fontebranda, Siena, SI, Italia (0)

Descrizione

Citata da Dante nel XXX canto dell'Inferno Fontebranda è la più famosa, la più antica e la più imponente tra le fonti senesi.

La Fonte di Fontebranda si trova lungo un percorso di fondovalle, uno dei principali accessi alla città. In questo luogo confluiscono le acque meteoriche che arrivano dal rilievo esistente fra le attuali chiese di San Domenico e di Santa Maria Assunta (cattedrale); anche per questo è lecito pensare che nei pressi della fonte odierna, prima della creazione dell'acquedotto, ne esistesse una alimentata solo dalle acque di ruscellamento, nel punto in cui la valle si faceva più stretta. La presenza dell'acqua in quantità abbondante e la relativa vicinanza al centro urbano ha fatto sì che qui si sviluppasse uno dei primi centri produttivi della città, con attività come la concia, la tintura, ecc. che abbisognano di questo elemento.

Fontebranda diventa quindi un grande polo attrattivo, e si struttura sempre più distinguendosi dalle altre fonti monumentali. La canonica divisione in tre vasche (oppure due interne ed una esterna) qui viene amplificata: viene creata una sola grande vasca per l'acqua potabile, all'esterno una vasca ancora più grande che serve da abbeveratoio per gli animali mentre il trabocco di queste due alimenta una terza struttura (detta "fontini") che ha funzione di lavatoio.

ARCHITETTURA
Documentata a partire dal 1089, la fonte attuale è il risultato dei lavori compiuti nel 1246, che sopraelevarono l’edificio; un precedente intervento è documentato nel 1193, ad opera di Bellarmino, di cui sono ancora visibili le tracce all’interno degli archi ogivali.
La facciata è tripartita da arconi ogivali, frutto dell’ultima sopraelevazione, all’interno dei quali si trovano altrettante ogive, molto profonde, che danno accesso alla vasca vera e propria, delimitata da un basso muretto. La parte basamentale è in calcare cavernoso; al di sopra di questo una piccola balza in mattoni sostiene una cornice in pietra serena (probabilmente posteriore) oggi molto rovinata, che fa da imposta agli archi suddetti. Aggettanti dalla facciata si trovano quattro leoni in pietra; alla sommità un coronamento di merli su archetti pensili, realizzati alla fine dell’Ottocento durante il vasto programma di riproposizione della facies gotica della città, anche se molto probabilmente, analogamente ad altre fonti, la merlatura era realmente presente sulla fonte originale, come dimostrato da alcune rappresentazioni della stessa.

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