Basilica di San Giorgio fuori le mura
La storia della basilica di S. Giorgio è strettamente legata alle origini di Ferrara. Rappresenta tutt'oggi il luogo di culto più antico della città. Tra il VII e il VIII secolo continue invasioni barbariche devastarono Voghenza tanto da spostare la sede vescovile, nel Polesine di San Giorgio, zona di biforcazione del fiume Po. Intorno alla chiesa si sviluppò un primo nucleo abitativo che ben presto si espanse sull'altra riva del fiume nel castrum bizantino; solo nel 1135 la sede vescovile fu trasferita nell'attuale Cattedrale nel centro della città.
Nel XV secolo, il marchese Niccolò III affidò la Basilica ai monaci Olivetani, presenti ancora oggi, e fu interamente rimaneggiato per adattarlo alle esigenze conventuali.
Oggi la basilica appare decentrata rispetto al nucleo cittadino perché si trova fuori dalle mura, sulle rive del Po di Volano.
L'esterno della chiesa è caratterizzato dagli stili: Rinascimentale e Barocco. Di stile rinascimentale è la torre campanaria costruita nel 1485 da Biagio Rossetti; ai piedi di essa è sepolto il pittore Cosmé Tura.
La facciata invece, è di un barocco sobrio, realizzata nel 1722 da Andrea Ferreri, con decorazioni prevalentemente in cotto, il tutto impreziosito da fini opere scultoree: in corrispondenza delle navate, due statue raffigurano San Giorgio Vescovo e San Lorenzo, mentre sopra il portale spicca un bassorilievo che ritrae San Giorgio che uccide il drago. Il timpano è coronato da un triplice monte, una croce e rami di ulivo, simbolo della congregazione olivetana.
Alla destra della basilica sorge il monastero che ospita i monaci olivetani, entrando si può vedere un chiostro a pianta quadrata circondato da archi a sesto acuto; al centro un’elegante vera da pozzo in marmo bianco e rosso.
L’interno della basilica è composto da tre navate con volte a crociera, separate da due file di archi a tutto sesto. Le decorazioni alle pareti sono fastose, impreziosite da lavorazioni in marmo policromo, quindi con connotazioni di un barocco più ricco rispetto alla facciata. Lungo le navate laterali sono presenti opere del Seicento ferrarese, in particolare La Flagellazione e la Coronazione di spine di Francesco Costanzo Catanio, dove sono ben visibili le influenze caravaggesche. Importante la tomba di Lorenzo Roverella, Vescovo di Ferrara (1460-1474) con opere di Antonio Rossellino e Ambrogio da Milano. In fondo alla navata di sinistra, vi è la cappella dedicata a San Maurelio, la quale ospita la tomba di San Giorgio, patrono della città di Ferrara. Al termine della navata centrale risalta il grande altare barocco in marmi policromi, dietro cui si intravede il grande coro ligneo sovrastato da una pala settecentesca raffigurante San Giorgio che uccide il drago. Il catino absidale, interamente affrescato, raffigura il Giudizio Universale.
Sulla cantoria, in controfacciata, si trova l’organo a canne Pinchi Opus 446: si ispira alla tradizione strumentale tedesca e si presenta racchiuso all’interno di un’antica cassa lignea barocca, decorata con rilievi dorati.