Descrizione
L’attuale Piazza Indipendenza, con il Palazzo Gallerani, sono stati realizzati ex novo nella seconda metà del XIX secolo. Qui si trovavano la Cappella dell’Arte della Lana, da cui proveniva l’omonimo polittico del Sassetta, oggi frammentario, e la chiesa di San Pellegrino, entrambe abbattute tra il 1777 e il 1783. Nella zona antistante, il 20 settembre 1879 fu inaugurato il Monumento ai Caduti per la Patria, opera di Tito Sarrocchi, oggi nei giardini del viale Pannilunghi a San Prospero. In seguito alle demolizioni la piazza, che era intitolata a San Pellegrino, prese il nome di “Piazza Indipendenza” e gli spazi che si erano creati, furono occupati in parte dalle Logge della Sapienza e da Palazzo Gallerani. La loggia a tre fornici fu innalzata nel 1887 su progetto dell’architetto Archimede Vestri e andò a occludere un lato del palazzo Gallerani che era stato realizzato ex novo intorno al 1883.
Il palazzo si presenta come un caso di rivisitazione dell’architettura medievale, non tanto per mutazione di forme o per immissione di elementi estranei alla tradizione locale, quanto per un’alterazione della logica compositiva e funzionale degli elementi che lo costituiscono. La muratura in laterizio del palazzo è ornata da due impeccabili bifore neo-trecentesche, sormontate a loro volta da una serie di cinque monofore e accompagnate da pietre squadrate sporgenti, fori quadrangolari, ferri a forma di L e una cornice orizzontale in pietra che fa da gocciolatoio.
Tutti questi elementi architettonici sono incompatibili con le monofore perché l’eventuale tettoia avrebbe oscurato la luce, sono stati inseriti per alludere a una serie di eventi architettonici di pura invenzione, senza aver alcun riscontro con le strutture preesistenti. Per la sistemazione della cornice gocciolatoio sulla linea di imposta degli archi, l’architetto di Palazzo Gallerani ebbe a modello la cornice che si può vedere ancora oggi nel fronte del Palazzo Pubblico verso Piazza del Mercato, subito al di sotto della Loggia dei Nove, con la differenza che in questo caso la sequenza temporale non è frutto della fantasia.
