Ponte di Romana

Palazzo Bianchi - Bandinelli, Via Roma, Siena, SI, Italia (0)

Descrizione

Il tratto di via dell’Oliviera dal Ponte di Romana fino al vicolo del Sasso si caratterizza per essere molto ampio, più un piazzale che una strada, anticamente detto di San Giovanni perché nei pressi sorgeva l’omonimo ospedale, attestato sin dai primi del Duecento. Proprio per questo motivo appena fu realizzato, a seguito del riempimento del profondo fossato che circondava Samoreci, previsto dal Costituto del 1309-1310, il Comune lo usò per organizzarvi la fiera dei cavalli. A riferirlo è il cronista Agnolo di Tura che alla data del 1320 annota: “la fiera che per antico era, e ogi è ne’ borghi di S. Mauritio, s’è rinnovata; la quale è di cavalli. La qual fiera è franca di gabelle d’aprile e di magio di quanti cavalli si vendessero in detta fiera; e così a’ moderni tempi fuse, e vi si pone la bandiera corun cavallo”. La notizia è assai interessante, soprattutto perché prova che per annunciare la fiera sin dai primi del XIV secolo veniva apposta una bandiera effigiante un cavallo all’ingresso della stessa. Ed è verosimile che questa fosse esposta su una colonna, dotata di portabandiera, posta al Ponte di Romana, come d’altronde conferma un documento del 1375, quando Agnolo di maestro Vanni zondadario fu pagato 4 fiorini di denari “per due bandiere: fece l’arme del Comuno, con due cavagli dentro, per metare sul ponte a Sa’ Moregi, a chagione de la fiera de’ cavagli”.

Intorno al 1470 sulla sommità della colonna, che si appoggia su un ampio basamento, fu montata una lupa in pietra, simbolo di Siena, tant’è che oggi viene usata nei giorni del Palio per sistemarvi lo stendardo del Terzo di San Martino. Da notare che questa è l’unica originale tuttora presente, considerato che sia quella di piazza Postierla (Terzo di Città) che quella di piazza Tolomei (Terzo di Camollia) sono state sostituite da copie.

Una curiosità su questa colonna è rappresentata dal fatto che il Bando di Violante (1730) l’attribuisce espressamente al territorio della Contrada del Nicchio (“Piazza del Ponte inclusavi la Colonna”), quando invece nella prima bandiera del Valdimontone di cui si abbia memoria certa, il noto poemetto scritto da un anonimo fiorentino per le feste di mezz’agosto del 1506, era tessuta proprio una colonna su un ponte e sopra una lupa (“Anton di Biagio porta la bandiera, ch’una colonna in sur un ponte v’era. En su quella colonna era una lupa lavorata, commessa tutta a oro”). Infatti, fino a pochi anni prima del Bando, il Valdimontone aveva giurisdizione sulle case del lato sinistro di Fieravecchia, sul tratto di via dell’Oliveira da qui al Ponte di Romana, dunque colonna compresa, sul lato sinistro di vicolo del Sasso e su Samoreci, come provano vari documenti d’archivio.

A proposito delle vicine vie di Fieravecchia e Fieranuova, è ovvio che il loro nome derivi proprio dalla fiera equina. Già in un documento di Biccherna del 1321, infatti, si legge che ben 185 uomini “de la contrada de’ borghi di S. Moregi” erano stati pagati dal Comune “per pigione di stalle e di mangiatoie per lo fatto de la fiera dell’anno passato”. Più tardi, e fino ai primi del Novecento, quelle stesse stalle ospitarono i cavalli e le diligenze che collegavano Siena con i paesi della provincia.

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