Il Falcone d'Italia
Le evidenze archeologiche testimoniano le origini preistoriche del sito: abitato fin dall'età del Bronzo, fu luogo di culto sia nel corso della dominazione celtica che di quella romana, durante le quali nel punto più alto sorgeva un tempio dedicato a Bergimus, divinità celtica delle alture.
Il carattere sacrale dell'area si riconfermò con il Cristianesimo: venne infatti edificato un martyrium paleocristiano dedicato a S. Stefano in Arce e successivamente una Basilica, demolita nel '700; di questa costruzione rimane solo la cosiddetta Torre Mirabella che, insieme a una torre identica posta più a nord, ne abbelliva la facciata.
Nella prima metà del '300, in epoca Viscontea, si edificò il Mastio, residenza del capitano della guarnigione qui stanziata. All'interno gli ambienti erano decorati con fasce a motivi floreali e geometrici, parzialmente visibili oggi nelle sale che ospitano il Museo delle armi 'Luigi Marzoli'.
Con la dominazione veneziana (1426-1797), interrotta soltanto da alcuni anni di sudditanza francese fra primo e secondo decennio del '500, si ampliò la fortificazione con l' aggiunta del portale sovrastato dal Leone di San Marco, dei bastioni, del Piccolo e del Grande Miglio, ospitanti oggi il Plastico Ferroviario e il Museo del Risorgimento, della Strada del Soccorso e di altri edifici militari fino al raggiungimento, pressappoco, dello stato attuale.
Nella prima metà dell' '800 gli austriaci ne continuarono l'impiego per scopi militari; il castello fu addirittura il triste teatro delle fucilazioni ordinate dal generale Haynau, con le quali si repressero nel sangue le famose Dieci Giornate di Brescia: era il 1° Aprile 1849.
Nel 1904 fu sede dell'Esposizione Industriale Bresciana e per l'occasione lungo i bastioni vennero costruite architetture effimere in stile liberty, mentre dagli anni '50 del '900 nei suoi giardini venne allestito lo Zoo Comunale.
Dal 2003 le visite alle parti meno accessibili del castello sono effettuate dall'Ass. Speleologica Bresciana.