Descrizione
Fu edificato tra il 1671 e il 1677 per volere dei fratelli Gio. Francesco e Ridolfo Brignole Sale, i quali commissionarono all’architetto Pietro Antonio Corradi la realizzazione di una dimora con due piani nobili che potessero ospitarli entrambi. L’edificio ha una pianta a “U” con cortile quadrato centrale al piano terreno e logge ai piani superiori, uno schema architettonico ormai collaudato in città in quegli anni. Negli ultimi decenni del secolo, Gio. Francesco commissionò la decorazione del secondo piano nobile a Domenico Piola e Gregorio De Ferrari con il ciclo delle “Stagioni”; Paolo Gerolamo Piola, figlio del primo, decorò il mito di “Diana ed Endimione” tra finte rovine nella loggia a sud. In seguito intervennero nella decorazione anche Giovanni Andrea Carlone e Carlo Antonio Tavella. Gio. Francesco II, nel quarto decennio del Settecento, commissionò la decorazione della facciata e agli affreschi a Domenico Parodi e a Lorenzo De Ferrari. L’ultimo grande intervento fu commissionato da Anton Giulio II Brignole Sale nel 1783, quando fu costruito un nuovo appartamento sopra il secondo piano nobile in occasione delle sue nozze con Anna Pieri. Nel 1874, l’ultima erede Maria Brignole Sale duchessa di Galliera donò, insieme a Palazzo Bianco, l’edificio e le sue ricche collezioni al Comune di Genova affinché divenisse un museo pubblico conservando l’aspetto di dimora storica. Riaperto al pubblico nel 1961 dopo un importante restauro resosi necessario per gli ingenti danni bellici e in seguito all’innovativo allestimento museografico ideato dall’architetto Franco Albini, il museo conserva un’inestimabile collezione di dipinti e arredi appartenuti alla famiglia Brignole Sale. Fra le molte opere, spiccano i grandi nomi della pittura italiana fra cui Jacopo Palma il vecchio, Veronese, Ludovico Carracci, Guido Reni, Guercino, Mattia Preti, Bernardo Strozzi, Domenico Piola e di quella fiamminga fra cui Rogier Van der Weyden, Joos Van Cleve, Gerard David e Anton Van Dyck. Al termine della vostra visita non perdetevi la salita al “mirador”, punto panoramico posto sul culmine del tetto e dal quale si gode una magnifica vista della città.
Musei di Strada Nuova
Dal 2004, in occasione dell’appuntamento di Genova Capitale Europea della Cultura Palazzo Bianco, Palazzo Rosso e Palazzo Tursi – le tre storiche dimore di proprietà comunale nella cinquecentesca Strada Nuova – costituiscono un unico percorso espositivo consacrato all’arte antica, i Musei di Strada Nuova: Palazzo Rosso, storica dimora dei Brignole Sale, e Palazzo Bianco, prestigiosa pinacoteca, sono dalla fine dell’Ottocento aperti al pubblico; Palazzo Tursi è sede dell’Amministrazione Comunale cittadina ma, per volontà della stessa, destinato anche a uso culturale, museale e di alta rappresentanza. L’unione dei tre palazzi in un continuo percorso di visita, nel quale ogni edificio mantiene le proprie specifiche caratteristiche storiche e di collezione, ha così trasformato la cinquecentesca Strada Nuova (via Garibaldi) in una vera e propria “strada-museo”. Dal 13 luglio 2006 i tre edifici sono stati inclusi nella Lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO, insieme al sistema dei “Palazzi dei Rolli”. L’“elenco degli Alloggiamenti pubblici o Rolli”, ufficializzato nel 1576 da un Decreto del Senato, promulgava una lista ufficiale di palazzi (142 in tutto). In assenza di un palazzo reale, esso obbligava i proprietari di queste dimore ad ospitare, a turno, le visite di stato. A seconda del grado di importanza dell’ospite in visita veniva scelto un palazzo per ospitarlo: più elevato era il suo grado di nobiltà, più fastoso doveva essere il palazzo e più ricca la famiglia che aveva l’onore e l’onere di accoglierlo. Nei successivi aggiornamenti degli elenchi dei Rolli (1576-1588-1599-1614-1644) furono inclusi tutti i palazzi di Strada Nuova.