Palazzo Balbi Senarega (Università degli Studi di Genova)

Via Balbi, 4, Genova, GE, Italia (0)

Descrizione

Fu costruito dall’architetto Bartolomeo Bianco a partire dal 1618 su commissione dei fratelli Giacomo e Pantaleo Balbi che lo scelsero come propria dimora. Francesco Maria, figlio del primo, nel 1645 ne divenne unico proprietario, ereditando l’appartamento paterno e anche quello dello zio. Immediatamente ottenne dalla Magistratura dei Padri del Comune di aprire un giardino a mare, in seguito decorato da un magnifico ninfeo popolato di statue in stucco raffiguranti figure mitologiche legate al mito di Proserpina. La successione di portale, atrio, cortile, scalone e giardino crea uno spazio modulato dalla luce, in cui natura e costruito dialogano intensamente. Contestualmente, Francesco Maria si fece promotore della sontuosa decorazione ad affresco del palazzo, vero capolavoro del linguaggio barocco genovese. Il portico al secondo piano nobile fu chiuso e divenne una galleria. Da questo ambiente iniziò il cantiere decorativo nel 1655, che vide impegnato il grande Valerio Castello. L’artista eseguì qui il tema ovidiano del “Ratto di Proserpina”, nel salone il “Carro del Tempo” e nei salotti circostanti altri soggetti mitologici. Nell’ottavo decennio furono attivi a palazzo anche Giovanni Andrea Carlone, il quale affrescò alcuni ambienti nell’ala di ponente e il grande Domenico Piola, a cui si affiancò ben presto Gregorio De Ferrari. I salotti di “Apollo e le Muse” e “Giove tra le Arti” segnarono il passaggio di direzione del cantiere al Piola dopo la morte del Castello (1659). I salotti di “Zefiro e Flora” e dell’“Apoteosi di Ercole” sono frutto della collaborazione con il De Ferrari. Fu quest’ultimo a ultimare il ciclo con la “Galleria dei Trionfi d’Amore” e l’“Alcova”, aiutato dal giovane figlio Lorenzo. Fino al 1972, quando il palazzo fu acquistato dall’Università degli Studi di Genova e divenne sede della Facoltà di Lettere e Filosofia, custodiva ancora alcune delle opere della collezione di Francesco Maria Balbi. La grande quadreria, fra i molti capolavori di pittura genovese, italiana e fiamminga, ospitò anche la prima versione della “Caduta di San Paolo” di Caravaggio, oggi in Collezione Odescalchi a Roma.

I Palazzi dei Rolli

La via si inserisce nel sistema delle “Strade Nuove” (assieme a Strada Nuova e a Via Cairoli), le quali formano un contesto urbano composto principalmente da due assi residenziali di età moderna. Dal 13 luglio 2006 esse sono state incluse nella Lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO, insieme al sistema dei “Palazzi dei Rolli”. L’“elenco degli Alloggiamenti pubblici o Rolli”, ufficializzato nel 1576 da un Decreto del Senato, promulgava una lista ufficiale di palazzi (142 in tutto). In assenza di un palazzo reale, esso obbligava i proprietari di queste dimore ad ospitare, a turno, le visite di stato. A seconda del grado di importanza dell’ospite in visita veniva scelto un palazzo per ospitarlo: più elevato era il suo grado di nobiltà, più fastoso doveva essere il palazzo e più ricca la famiglia che aveva l’onore e l’onere di accoglierlo. Nei successivi aggiornamenti degli elenchi dei Rolli (1588-1599-1614-1664) furono inclusi tutti i palazzi di Strada Nuova.

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