Pieve di S. Giovanni a Valdibure

S. Giovanni Evangelista, Via di Caloria e Valdibure, Valdibure, PT, Italia (0)

Descrizione

La Pieve di S. Giovanni a Valdibure ( o Pieve di Montecuccoli ), è un superbo esempio di chiesa romanica a croce latina, che con la sua torre campanaria, domina le due valli della Bure.
La tradizione la include tra le chiese, che la contessa Matilde di Canossa, ha fatto costruire per devozione, lungo la strada che unisce la Toscana all’ Emilia, passando per la Badia a Taona, dove gli storici riferiscono avesse il suo confessore. La chiesa, che risale probabilmente al 1150 circa, presenta un’ unica navata e il presbiterio rialzato. La pieve, nel corso dei secoli è stata oggetto di innumerevoli trasformazioni e restauri che le hanno conferito l’attuale conformazione.
L’ interno seppure semplice appare in tutta la sua eleganza, con diversi elementi tipicamente romanici, come gli archi a tutto sesto, le monofore strette e allungate e la copertura a capriate. Nel Settecento vengono realizzati tutti gli altari, lo scalone, la balaustra e la cantoria lignea sopra il portale d’ingresso. L’altare maggiore delimitato da una elegante balaustra in pietra risale al 1722. Allo stesso periodo è da ricondurre lo scalone a cinque gradini che va da muro a muro, che collega l’aula della chiesa riservata ai fedeli al presbiterio rialzato, riservato al parroco.
I due altari laterali addossati alle pareti della chiesa sotto la scalinata, sono dedicati alla Madonna del Rosario e a S. Margherita da Cortona e risalgono entrambi al 1738. Presentano due tele di pregevole fattura, quella raffigurante la Madonna del Rosario e santi è di autore ignoto, mentre l’altra con il Crocifisso e S. Margherita da Cortona, è attribuita al pittore pistoiese Pietro Marchesini. Ai lati del transetto troviamo altri due altari quello dedicato alla Madonna, che ospita una tela della quale non abbiamo notizie, e l’ altare di S. Sebastiano con la tela raffigurante il martirio di S. Sebastiano, con S. Antonio Abate e S. Rocco, attribuita a Pietro Marchesini e restaurata nel 2008.
A conclusione della navata vi è l’elegante abside, completamente affrescata, con la parte superiore dominata dalla presenza del Cristo Pantocrator, con la mano destra alzata in segno benedicente e la sinistra che sorregge il globo terrestre. Nella parte inferiore sono riportate scene riguardanti S. Giovanni Evangelista, risalenti al 1518 e attribuite a Giovanni Battista Volponi, mentre ai lati vediamo i due Santi S. Giovanni e S. Antonio Abate.

Pulpito

All'interno della corte della pieve, sono conservati alcuni frammenti del pulpito o ambone che venne demolito nel Seicento. Realizzato in pietra con facciate a bassorilievo istoriate, risale probabilmente al XII sec. Di esso è giunta sino a noi, solo la porzione centrale sormontata da un' aquila che sorregge il leggio. Nonostante l'usura del tempo, è identificabile la scena dell' Adorazione dei Magi, terminante davanti alla Madonna con il Bambino. Assai singolare e di non facile interpretazione è la figura a sinistra, raffigurante forse S.Giovanni Evangelista se non addirittura la contessa Matilde di Canossa, la quale si sarebbe fatta scolpire per essere ricordata in qualità di committente del pulpito.

Telefono