Descrizione
Il Palazzo dell'Arengo, l'antico Palatium comunis, è il simbolo della libertà e della affermata autorità del governo comunale, che qui si riuniva nel tardo medioevo. L’edificio ha subìto nel corso dei secoli numerosi interventi e modifiche, ma ha mantenuto, tuttavia, l’originario aspetto romanico-gotico di ascendenza padana. Come testimonia l’epigrafe riportata su un pilastro al piano terra, nel 1204, il podestà Modio de’ Carbonesi volle dotare il palazzo di un poderoso colonnato a sesto acuto, sotto cui notai e giudici avrebbero esercitato la loro professione. Al piano superiore, invece, il Consiglio del popolo si radunava per la pubblica amministrazione entro un’unica grande aula (565 m²), coperta da soffitto a capriate ed illuminata da numerose finestre polifere. Nella parte retrostante, la torre campanaria era originariamente adibita a luogo di detenzione.
A proposito di condanne, la tradizione vuole che nel loggiato a piano terra ci fosse il grosso masso, detto ‘lapis magnum’, sul quale i debitori insolventi erano condannati a battere tre volte il sedere nudo, pronunciando a voce alta la formula ‘cedo bonis’.