Biblioteca civica Gambalunga

Biblioteca Civica Gambalunga, Via Gambalunga, Rimini, RN, Italia (5)

Descrizione

La rivincita di un uomo venuto da una famiglia di umili origini, che dovette dimostrare con la cultura e le litterae il proprio valore ad un’alta società cittadina chiusa e arrogante: questo è quello che erano il palazzo e la biblioteca gambalunghiani.
Alessandro Gambalunga, nato nel 1554 da una famiglia di commercianti, fu un uomo tanto erudito quanto ambizioso. Presa la laurea in Diritto all’Università di Bologna (1583), iniziò subito a desiderare un ruolo maggiore nella sua città natia. Sposò quindi Raffaella Diotallevi, di antica famiglia nobiliare, auspicandosi invano che il matrimonio lo facesse entrare nel Consiglio cittadino. Più volte, in seguito, gli si offrirono incarichi di prestigio, tra cui la carica podestarile nel 1595, ma egli rifiutò sempre, poiché sapeva i tanti sacrifici che avrebbe dovuto sostenere e i pochi riconoscimenti che avrebbe ricevuto in cambio.
Nel 1610 iniziò la costruzione del suo palazzo nel centralissimo quartiere abitato dall’aristocrazia locale. I lavori finirono nel 1614 e il severo edificio, ispirato al Serlio e al Vignola, fu subito adibito al pian terreno per ospitare e offrire al pubblico un primo nucleo della raccolta libraria. Era talmente importante per il Gambalunga l’affermazione di se stesso attraverso la biblioteca, che ferrei e minuziosi regolamenti si leggono nel suo testamento del 1617. Stipendi, acquisti futuri, regole di comportamento furono dettate dall’illuminato filantropo fin nei più piccoli particolari. Alla sua morte (1619) si contavano già 1438 volumi e poco meno di 2000 opere conservate.
Nel corso del XVII secolo si crearono tre grandi sale con rigorose scansie in noce, che si impreziosirono con due splendidi mappamondi del Blaeu, uno terracqueo, l’altro celeste, datati Amsterdam 1622 e 1644. Nella seconda metà del secolo la biblioteca fu accresciuta con l’acquisizione dei codici provenienti dalla soppressa biblioteca malatestiana di San Francesco.
È del XVIII secolo (1756), invece, la graziosa quarta sala in stile rococò, creata su disegno del pittore riminese Giovan Battista Costa. In questa, andarono gli oltre 5000 nuovi volumi, confluiti dai vari monasteri, soppressi durante la discesa di Napoleone (1796-97).
Nel 1800 continuarono a crescere i fondi e le acquisizioni e l’intero edificio, estinto l’ultimo ramo della casata Gambalunga, venne ereditato dal Comune di Rimini.
Oggi quello che era nato come una rivincita personale è diventato il vanto della città: una tra le più antiche biblioteche pubbliche italiane, con oltre 300.000 libri, di cui 60.000 antichi, 384 incunaboli, 5.000 cinquecentine, 16.605 libri e audiovisivi della Cineteca (creata al piano terra dove era l’iniziale biblioteca), 7.144 incisioni e disegni e oltre un milione di immagini fotografiche su diversi supporti.

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