Descrizione
La storia del Campanile della Cattedrale di San Zeno risulta incerta, perché su di esso vi sono scarse informazioni in letteratura. Una delle versioni più avvalorate è che il Campanile sarebbe il prodotto della ristrutturazione di un gardingo, cioè un'antica torre longobarda che serviva per la guardia. Pistoia, infatti, nel 570 cedette alla dominazione longobarda e divenne città regia, governata da un gastaldo, il quale seguiva direttamente le volontà del re. Al momento della conquista longobarda, la città, di origine romana, era ancora divisa in quadranti ottenuti dall'intersezione di cardo e decumano: alla loro intersezione (all'incirca l'attuale Piazza del Duomo) vi era una zona rialzata, dove i longobardi realizzarono la torre di guardia.
Avendo poche informazioni, anche il periodo di costruzione risulta di difficile definizione. Probabilmente iniziato nel 1199 e concluso nel 1225, venne poi modificato alla fine del XIII secolo, fino a dargli l’attuale conformazione. Anche l’autore è incerto, probabilmente Giovanni Pisano o Fra’ Guglielmo, fatto che spiegherebbe la matrice architettonica pisana.
Per stabilire il periodo e le fasi di realizzazione, alcuni studiosi si sono affidati all’analisi stilistica. E’ possibile distinguere quattro connotazioni architettoniche, corrispondenti a quattro fasi costruttive distinte.
Una prima fase (XII secolo) comprende la parte basamentale priva di aperture fino alla seconda bifora e mantiene uno stile ancora longobardo.
La seconda fase riguarda i tre piani loggiati ad archetti a tutto sesto, seguita dalla terza fase, quella di esecuzione del coronamento con merlatura ghibellina a coda di rondine. Entrambe le fasi sono di influenza pisano – lucchese, derivante dalle maestranze che in quel periodo operavano a Pistoia: Nicola Pisano lavorava, infatti, ad alcuni elementi della Cappella di San Jacopo e Giovanni Pisano in S. Andrea. Le colonne e i capitelli del primo piano loggiato furono completamente sostituiti nel pesante restauro dei primi del Novecento, falsandone forma e materiale; nelle altre due parti loggiate le colonne con i capitelli a foglie e a teste di animali sono ancora quelli originali e si mantengono in buono stato di conservazione. Il trattamento superficiale viene realizzato con una bicromia, determinato dall’utilizzo alternato del marmo verde serpentino di Prato e una pietra calcarea locale.
La quarta fase fu determinata da una serie di terremoti che portarono alla necessità di realizzare rapidamente una parte sommitale provvisoria. Venne costruito un corpo arretrato in laterizio, che genera un ballatoio protetto dai merli. Questa conformazione rimase fino al 1576, quando Bernardo Buontalenti dette indicazioni su come finire la guglia, senza però dirigerne i lavori.
L’edificio fu oggetto di due grandi restauri, uno nel 1893 e l’altro, più radicale, nel 1903, che portò alla sostituzione di elementi architettonici, anche con alcune anomalie.
Il Campanile, con i suoi 65 metri, risulta una delle torri campanarie più importanti di Italia.