Chiesa di San Biagino

Via degli Archi, 16, Pistoia, PT, Italia (0)

Descrizione

La chiesa di San Biagio (per tutti S. Biagino) venne costruita nel 1063 da un personaggio di origine germanica di nome Guitterado e da sua moglie Imilia, a ridosso della prima cerchia di mura della città. Nel 1340 un grande incendio ne distrusse una parte, che venne ricostruita in mattoni, materiale in netto contrasto con l’originaria pietra, ancora visibile nella parte bassa della chiesa.
L’edificio presenta un impianto tipicamente romanico, a pianta rettangolare, navata unica e abside; presenta due ingressi, uno principale prospicente la piazzetta e uno laterale che si affaccia sulla via. Quello principale presenta un arco in marmi bicromi e cornice in materiale lapideo, mentre quello laterale, più ricco del primo, è caratterizzato dalla presenza di un doppio arco in marmi bicromi, colonne con capitelli corinzi e un’ architrave con un’iscrizione, dove è riportato il nome di un certo Morone che avrebbe dedicato la chiesa alla Vergine.
Nel Cinquecento la chiesa fu dedicata a San Biagio, dato che accolse, come reliquia, la falange del dito del santo, che veniva esposta nei giorni festivi.
Vicino alla chiesetta, venne poi edificato un palazzo, proprietà della famiglia Sozzifanti, che alla fine del secolo ospitò la famiglia del granduca toscano. In questa occasione fu costruito un passaggio chiuso che univa il primo piano del palazzo e la chiesetta, permettendo alla famiglia reale di assistere alle funzioni, al di là di una schermatura.
Nel 1582 si tenne la visita apostolica del vescovo Peruzzi, il quale si rese conto del cattivo stato in cui si trovava la chiesa: scarsi arredi e spazi spogli. Ordinò quindi la realizzazione di un baldacchino, l’acquisto di alcuni mobili e di un confessionale.
I dipinti che si trovano all’interno risalgono, in gran parte, al Seicento, grazie al patronato della famiglia Manni: la pala dell’altar maggiore raffigurante la Vergine e S. Biagio, S. Matteo, S. Pietro e S. Antonio è del pittore Giuseppe Nicola Nasini; sull’altare laterale vi è rappresentata un’Annunciazione di autore ignoto.
Nel 1784 la parrocchia, come molte altre nella città, venne soppressa da Scipione de’ Ricci, anche se non divenne effettiva fino al 1802.

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