Descrizione
La Chiesa di Santa Liberata sorse all’incirca nel XII secolo, nei pressi della prima cerchia muraria della città. Nei secoli ha acquisito molti nomi: inizialmente conosciuta come Santa Maria in Borgo, probabilmente per la sua funzione parrocchiale, acquisì il nome di Santa Maria del Bambino, in seguito ad una miracolosa apparizione di Maria con in braccio il Bambino o per la vicinanza con la chiesa di San Bartolomeo, da sempre protettore dei bambini. Probabilmente nel XVI secolo ottenne il nome di Santa Liberata, forse come dedica devozionale alla Vergine, che per sua intercessione avrebbe liberato la città dalla peste e dalla guerra.
Intorno al 1656 la chiesa venne rimodernata da Camillo dal Gallo, canonico dell’Accademia dei Risvegliati, di cui ritroviamo lo stemma sull’architrave della porta d’ingresso laterale. La famiglia dei Cerracchi dal Gallo non era di stirpe nobile, ma di nobiltà acquisita per ricchezza, ottenendo anche la fama di mecenati: commissionarono, infatti, altari, quadri e stemmi all’interno della chiesa di Santa Liberata, di S. Francesco e della Madonna del Letto. In particolare, in S. Liberata, comissionò l’altare maggiore.
Nel 1784, come tante altre parrocchie pistoiese, venne soppressa da Scipione de’ Ricci e il territorio di competenza della parrocchia passò alla chiesa di S. Bartolomeo. In seguito fu utilizzata come oratorio della Compagnia dei Sarti intitolata a S. Omobono.
Nel 1939 venne restaurata dalla Soprintendenza in occasione del trasferimento sopra l’altare maggiore dell’immagine della Madonna del Soccorso, realizzata alla fine del XIV secolo da Giovanni di Bartolomeo Cristiani.
Quando negli anni ’50 fu intrapreso il restauro della chiesa di S. Bartolomeo, S. Liberata venne ad assumere nuovamente le funzioni parrocchiali, ripristinandone l’uso come luogo di culto.
Esternamente l’edificio presenta ancora, in facciata, tracce della sua appartenenza al periodo romanico: la semplice facciata in bozze regolari, la porta principale con lunetta a cunei in marmo bianco e verde, la finestra rettangolare ed una piccola apertura circolare in asse con la porta d’ingresso. Il frontone della chiesa, che sembra poggiare su una trabeazione semplice, è curvilineo e nasconde un tetto a capanna. L’ingresso su via S. Bartolomeo è un chiaro segno dell’ammodernamento avvenuto nel XVII, dato che presenta un timpano semicircolare spezzato con lo stemma dei Cerracchi dal Gallo.
Internamente troviamo una volta a botte, lunettata in corrispondenza delle finestre, vere o dipinte. L’altare maggiore riprende il tema del portale esterno laterale con il timpano semicircolare spezzato, sorretto da colonne scanalate, con capitelli di ordine corinzio che sorreggono la trabeazione. Il tema del timpano spezzato con lo stemma dei Cerracchi dal Gallo viene ripreso anche nelle due porte ai lati dell’altare maggiore. Al di sopra di esse si trovano due edicole contenenti statue di santi: in una troviamo la statua di S. Girolamo, riconoscibile per la croce che porta in mano e per la pietra con la quale si batteva il petto per penitenza.