Descrizione
Il monastero di Santa Chiara venne fondato nel 1310 da Puccina Bonaventura nella zona appena fuori la seconda cerchia muraria della città, presso Porta Lucchese. La zona era principalmente occupata da terreni coltivati ad orti e vigne, due file di case lungo l’attuale Via Puccini e una stradina che dall’attuale via del Seminario, portava verso San Francesco. Su questa via, in una piccola abitazione, si stabilì il primo nucleo di Clarisse, che divennero fondatrici del monastero. Nel 1322 un altro gruppo di Clarisse si stabilì a Pistoia nel monastero di S. Giovanni Battista. I due gruppi crebbero finchè nella seconda metà del XV secolo decisero di unirsi all’interno del monastero di Santa Chiara. Suor Lisa de Baldovinetti ritenne quindi necessaria una ristrutturazione del monastero e la costruzione di una chiesa dedicata a Santa Chiara. I lavori furono affidati all’architetto Ventura Vitoni, il quale dette inizio ai lavori all’interno del monastero nel 1487. Nel 1494 cominciò ad occuparsi della realizzazione delle chiesa, il progetto e l’espropriazione delle abitazioni che occupavano l’ area d’intervento
Nel 1495 era già stata realizzata la tribuna e si procedeva alla posa in opera del manto di copertura. Tra il 1503 e il 1506 venne realizzato il campanile.
Vitoni sviluppò nella chiesa l’impianto già sperimentato in S. M. delle Grazie, in cui aveva lavorato, cioè una chiesa a navata unica, sormontata da una cupola, impostata su pennacchi affrescati e un tamburo finestrato, che si trova all’innesto della navata con il transetto. La cupola è decorata a cassettoni degradanti, suddivisi in dodici costoloni che si assottigliano verso l’alto, enfatizzando lo slancio verticale della struttura. I lavori del convento proseguirono fino al 1520 e vi presero parte scalpellini e muratori lombardi.
Nel 1616 fu aggiunto un piccolo atrio all’ingresso della chiesa, sviluppato su tre campate coperte da volte a crociera, che sorregge il coro delle monache e va ad alterare la volumetria lineare del Vitoni. In questa occasione furono aggiunti anche due altari minori in pietra.
Nel 1783, come molti altre chiese e monasteri della città, la chiesa venne soppressa dal vescovo Scipione de Ricci. Due anni dopo venne deciso il trasferimento del seminario vescovile da Piazza San Leone all’ex convento di Santa Chiara, più vicino alla zona scelta per la costruzione del nuovo palazzo vescovile. Tra il 1785 e il 1787 la chiesa fu investita da un massiccio intervento commissionato da Scipione de Ricci, in cui venne inglobata nel seminario al fine di riunire sotto un’unica struttura le diverse preesistenze del monastero di S. Chiara: la chiesa divenne un nobile ingresso da cui si accedeva a due corridoi che andavano a formare due ali della “U” rivolta verso il giardino.
La facciata venne ridisegnata da Giovacchino Maselli, seguendo uno schema semplice e regolare. Il portone d’ingresso e le due finestre in alto vennero arricchite da un timpano curvilineo; la parete viene decorata con riquadri in leggero rilievo.
Fino ai primi dell’Ottocento nella chiesa vennero ospitate tele seicentesche che appartenevano ai Monaci di Monteuliveto. Nel 1905 una parte degli affreschi furono riscoperti e recuperati da Peleo Bacci, durante alcuni lavori di consolidamento della struttura. Nel 1963 si concluse il restauro della chiesa ad opera dell’Ing. Rauty, che recuperò la spazialità vitoniana rimuovendo l’intervento settecentesco e realizzando un nuovo altare in pietra serena e ripavimentando il presbiterio.