Descrizione
La chiesa di Santa Maria delle Grazie, comunemente conosciuta come Madonna del Letto, annessa al monastero delle Agostiniane, fu edificata nel 1451 in seguito ad una serie di miracoli mariani avvenuti nel preesistente spedale dei SS. Jacopo e Lorenzo: di questi il più famoso fu quello del 1348, quando la Madonna col Bambino in braccio era apparsa in volo ad una fanciulla ammalata da lungo tempo, l'aveva risanata e aveva annunciato la necessità di fare penitenza per l'imminente castigo divino. La tradizione riferisce che sopra il letto della fanciulla risanata apparve una immagine acheropita della Vergine con Bambino, ossia compiuta per intervento divino: questa, probabilmente dipinta da un pittore bolognese, fu trasferita nel 1516 sopra l’altare maggiore. La tradizione attribuisce la paternità della chiesa a Michelozzo, tuttavia studi più recenti hanno proposto Giovan Battista di Antonio Gerini come progettista. I lavori furono conclusi nel 1484 con l’intervento di Ventura Vitoni nella parte absidale. L'interno, ad una sola navata coperta da un bel soffitto a cassettoni, presenta una cupola emisferica cieca che poggia su quattro colonne collegate tra loro da arconi. Un importante ciclo di interventi, promosso e finanziato dal canonico Giovan Battista Forteguerri fu compiuto nella ricorrenza trecentenaria dei miracoli, fra 1636 e il 1648: vennero arricchiti gli altari con marmi policromi e fu allora costruita e collocata sulla parete destra dell'aula la cantoria pensile lignea, imitante il contrapposto poggiolo dell'organo disegnato dal Vitoni. La chiesa contiene pregevoli pitture di Sebastiano Vini, Giovan Battista Naldini, Gerino Gerini e Niccolò di Mariano. I busti del cardinale Niccolò Forteguerri e del fratello Pietro sono opera dello scultore pistoiese Santi Brunetti. Il monumento della famiglia Cellesi e i due busti dei componenti della famiglia sono attribuiti al Foggini e al Vaccà. Scenografico il cenotafio del vescovo Luca Cellesi, con il significativo gruppo marmoreo della Carità, opera tardo-seicentesca attribuita allo scultore barocco Francesco Maria Brunetti.