Descrizione
Oltre cento anni di storia hanno depositato nella trattoria un’infinità di ricordi e cose del passato. Non si capisce se è la cucina a influenzare le stanze o sono i numerosi cimeli ad ispirare la cucina stessa, o semplicemente un felice rimando dell’uno all’altro. Tutto parla della storia dei luoghi e di chi li ha abitati, attente ricerche hanno cercato di riportare nelle mura dello storico locale ciò che c’era o ciò che poteva esserci, vassoi, bottiglie polverose, quadri, mobilia. Solo uno sguardo attento saprà cogliere negli infiniti angoli del locale i ricordi di una storia centenaria custodita gelosamente dalla Famiglia Gori giunta alla quarta generazione di ristoratori. Che da Burde si possa mangiare è solo una delle infinite chiavi di lettura del locale. Da Burde si può fare la spesa, stare a chiacchera nel bar, degustare vini, appassionarsi ai racconti di storia locale, passeggiare in una significativa galleria d’arte di artisti fiorentini da Emilio Malenotti agli appartenenti al Gruppo del Moro (Vinicio Berti, Fabrizio Gori, Paolo Favi, Liberia Pini) e sorpresa scoprire che Pinocchio era fiorentino e non di Collodi. Partendo dalla cucina essa non può che essere rispettosa del passato e della tradizione fiorentina. Le zuppe della tradizione dalla ribollita alla minestra di farro, dalla pasta e fagioli alla zuppa lombarda, per arrivare ai primi asciutti realizzati con pasta Fabbri e sughi dai sapori antichi. Qui il sugo non si fa alla bolognese con il macinato di carne, ma si aspetta che il pezzo di carne dello stracotto insaporisca bene bene gli odori per dare quell’esplosione di sapori che il palato toscano è abituato ad assaporare.