Descrizione
Di origine antichissima, la Chiesa di Santissimo Salvatore ospitò fin dal secolo XII i Canonici Regolari di S. Maria di Reno, i quali nel secolo XV la ricostruirono e ampliarono, conferendole una più dignitosa struttura. L'edificio odierno non coincide però con quello originale, quest'ultimo infatti fu completamente cancellato tra il 1606 e il 1623, quando venne innalzato un nuovo monumentale tempio su disegno del barnabita padre Ambrogio Mazenta e dell'architetto Tommaso Martelli.
La facciata dell'edificio, di linee nobili e imponenti, è coronata da tre grandi statue in rame di Orazio Provaglia e il maestoso interno, ispirato alle chiese barocche di Roma, presenta un'unica ampia e luminosa navata costruita su alte colonne corinzie, ai cui lati si possono trovare le cappelle. Sono vari i tesori che l'edificio custodisce: vari dipinti di scuola bolognese dei secoli XVI, XVII e XVIII, e il polittico di Vitale da Bologna con l'Incoronazione della Vergine, il San Giovanni Battista di Giuseppe Maria Crespi, la trecentesca tavola della Madonna della Vittoria di Lippo di Dalmasio, nonché il quadro di Girolamo da Treviso raffigurante la Beata Vergine al tempio con S. Tommaso di Canterbury, che fu studente a Bologna, dipinto che in origine era posto sull'altare degli scolari inglesi.
Appartenente alla chiesa anche una sepoltura illustre: Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, uno dei migliori pittori della storia artistica bolognese.