Palazzo della Mercanzia

Palazzo della Mercanzia, Piazza della Mercanzia, Bologna, BO, Italia (0)

Descrizione

Sede della Camera di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato, Palazzo della Mercanzia regola, dalla fine del XIV secolo, le attività commerciali e mercantili di Bologna. Nel 1384 fu iniziata la costruzione della loggia del Carrobbio (attuale Mercanzia) sotto la direzione di Antonio di Vincenzo e Lorenzo Bagnomarino per unificare tre case utilizzate per dogana e gabella. Alla loggia e per la preparazione dei materiali in pietra viva furono assunti quattro tagliapietre fiorentini. La costruzione fu ultimata nel 1391, l'elegante costruzione necessitò di un ampliamento nel 1439 e di un restauro nel 1484 a causa dei danni provocati dalla caduta della torre de'Bianchi. Negli anni 1888 - 90 fu ripristinata, anche nella policroma, sotto la direzione di Rubbiani e Tartarini. Ricostruita nel 1949 dopo che una bomba inesplosa, fatta brillare nelle vicinanze, aveva fatto crollare metà della facciata. Costruita in laterizi e pietra d'Istria, la facciata mostra due profondi archi gotici, che conferiscono un senso di slancio, ulteriormente sottolineato dal rialzamento del piano del sottoportico rispetto al livello della piazza. Sopra agli archi, tra le due bifore, sporge un piccolo balcone in marmo da cui i giudici del tribunale dei mercanti leggevano le sentenze. Dal balcone si innalza un'elegante guglia che arriva a coprire uno dei merli a coda di rondine adornanti la sommità dell'edificio. Secondo la tradizione locale al suono della campana detta "Lucardina" da questo baldacchino si leggevano le grida e le sentenze del tribunale mercantile. I rei di fallimento doloso erano invece incatenati ad un paletto dinanzi al pilastro centrale della loggia e sottoposti a pubblico dileggio. Le stanze e gli ambulacri dell’edificio, nonostante i cambiamenti subiti nel tempo, conservano inalterata la ricchezza d'opere d’arte.

All’inizio del XV secolo sul lato Castiglione di Palazzo della Mercanzia venne murata una lapide che ricorda l'esenzione dei dazi concessa nel 1417 agli scolari dello Studio di Bologna. La scritta sulla lapide tradotta dice:
I privilegi in virtù dei quali gli scolari nulla devono pagare per i libri e le altre cose d'uso vettovaglia e vestito tanto proprie quanto dei loro famigli furono confermati essendo rettore dei Citramontani il signor Giuliano de' Davanzati e vice rettore degli Ultramontani in signor Pietro di Poggiomarino di Catalogna.

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