Descrizione
Il Palazzo Nonfinito è un palazzo storico di Firenze posto con il fronte principale su via del Proconsolo, ma con un notevole prospetto anche su borgo degli Albizi del quale determina la cantonata denominata Canto de' Pazzi. L'origine del nome sta nel fatto che tanti architetti l'hanno iniziato e nessuno l'ha mai "finito". La denominazione di "Palazzo non finito" si legge per la prima volta in una Guida di Firenze pubblicata nel 1822[1] corretta da Bartolomeo Follini.
La letteratura sul palazzo Nonfinito è abbastanza vasta. Molte sono le ipotesi fatte dagli storici sulle origini della sua costruzione, ma solo all'inizio del secolo scorso lo storico Jodoco Del Badia ha riportato una cronologia, supportata da indicazioni archivistiche, dove sono citati con precisione avvenimenti, committenti e primo progettista.
Il palazzo venne eretto sopra alcune case e torri, beni che Alessandro Strozzi acquistò da Camillo de' Pazzi, padre di santa Maria Maddalena de' Pazzi, nel novembre 1592. Furono incorporate altre proprietà adiacenti appartenenti alle famiglie Niccolini e Perini; dopo la demolizione di una bottega di speziale molto popolare, la realizzazione cominciò nel luglio 1593, come riportato in un'iscrizione sulla cantonata dell'edificio. Alessandro, per sopraggiunte difficoltà economiche, fu costretto a vendere l'intero complesso al fratello Roberto, metà nel 1596 e l'altra metà l'anno seguente. Spesso assente per lunghe permanenze d'affari a Venezia, Roberto lasciò comunque al fratello la direzione dei lavori, esonerandolo dalla compartecipazione alle spese. Un altro fratello, Bernardo, mise a disposizione le pietre estratte dalla propria cava sita in località Le Campora. Nella richiesta del permesso al comune per la realizzazione di finestre, viene citato l'architetto Bernardo Buontalenti.
È probabile che per il progetto il Buontalenti abbia tratto spunto dal lavoro di Michelangelo, come spesso faceva studiandone le opere.
Sia nel progetto del Buontalenti che in quello dello Scamozzi il palazzo prevedeva altri due piani, ma di fatto non vennero portati a compimento nemmeno gli interni, né il prospetto principale, fatto questo che determinò la denominazione corrente di palazzo Nonfinito.