Descrizione
L'esterno è molto semplice, con la copertura a filaretto di pietra sulla quale si aprono i portali sormontati da timpano.
Sopravvive, della struttura romanica, in facciata, la torre campanaria, sia pure mozzata, dove è murata una testa muliebre di epoca tardoromana, la cosiddetta Berta. Sono molte le leggende che tentano di dare una spiegazione alla misteriosa scultura: si racconta, per esempio, che sia la testa pietrificata di una donna che, avendo canzonato un condannato al suo passaggio, sarebbe stata colpita dalla maledizione di questi.
Alfonso Parigi progettò una facciata marmorea che però non venne mai realizzata; la facciata in pietra grezza fu coperta da una semplice intonacatura, poi rimossa nel restauro del 1912-1913 insieme a vari arredi barocchi all'interno. Al centro, si apre un portale gotico con ghimberga e lunetta ogivale, all'interno della quale si trova una statua della Madonna col Bambino.
Dietro la chiesa è il chiostro cinquecentesco dell'antico convento, ora Chiostro della Creatività, con due ordini di arcate a tutto sesto, in parte tamponate, sorrette da colonne e semicolonne tuscaniche in pietra. Il portico, con volta a crociera, è decorato da affreschi di architetture.
L'interno è a tre navate di tre campate ciascuna, coperte con volta a crociera e separate da archi a sesto acuto poggianti su pilastri quadrangolari. Insolitamente, mentre le due navate laterali sono riccamente decorate sulle pareti e sulle volte con affreschi e stucchi di gusto barocco, la navata centrale è alquanto spoglia, priva di particolari decorazioni. In controfacciata, sopra il portale, vi è una cantoria marmorea delimitata da una balaustra, sopra la quale si trovava anticamente un organo a canne, del quale rimangono la cassa e la mostra.
Nella cappella Carnesecchi, posta alla sinistra dell'abside, a ridosso della parete di fondo, si trova un altare in marmi policromi del XVIII secolo, la cui ancona è costituita da due colonne corinzie che sorreggono un timpano spezzato al centro del quale vi è un Crocifisso di Giovanni di Francesco. Ivi trova luogo una preziosa reliquia il bassorilievo ligneo policromo e dorato del XIII secolo, raffigurante la Madonna col Bambino, attributo a Coppo da Marcovaldo (con molti dubbi e scoperte in fase di restauro che farebbero pensare a un'opera bizantina di un secolo più antica, del XII);[3] nella stessa cappella venne individuata nel 1751 l'iscrizione su una colonna che segnala la tomba di Brunetto Latini, letterato e notaio fiorentino, ben noto come maestro di Dante Alighieri; alla parete sinistra si trova un sarcofago con statua giacente, riferibile all'ambito di Tino di Camaino (inizio XIV secolo).
L'abside quadrangolare è interamente occupata dal presbiterio, rialzato di alcuni gradini rispetto al resto della chiesa, con un'alta bifora nella parete fondale. L'altare maggiore, in pietra come l'ambone, è in stile neogotico, con mensa sorretta da archetti ogivali poggianti su colonnine. Alle sue spalle, l'organo a canne.