Corderie dell'Arsenale
Il 7 luglio 1302 il Maggior Consiglio deliberò la costruzione di un fabbricato dove concentrare la filatura dei cordami. L’edificio in mattoni pronto nel 1303, venne chiamato "casa del canevo" o "Corderie de la Tana" (dalla città di Tanai, posta alla foce del fiume Don, sul Mar Nero, da dove i veneziani importavano la canapa).
Il processo produttivo garantiva l'assenza di scarti: le corde uscivano dalla corderia attraverso dei fori, per poi essere tagliate della misura richiesta, anziché essere confezionate in lunghezze standard. Ciò garantiva un buon risparmio alla Repubblica e contemporaneamente consentiva di vendere alle navi straniere in transito le funi a un prezzo inferiore a quello dei concorrenti.
Nel 1579, al posto della casa del canevo ebbe inizio la costruzione dell'attuale edificio, detto "terza longa de la tana". Il progetto fu redatto dall'architetto Antonio Da Ponte e rivisto da Marc'Antonio Barbaro, amico del Palladio, senatore nominato Provedador a l'Arsenal fra il 1583 e il 1585.
L' edificio a tre navate è lungo 315 metri e largo 21, e lo spazio è scandito da due file parallele di 43 grosse colonne tuscaniche.
Caduta la Repubblica nel 1797, la teza longa de la tana cessò la propria secolare attività e venne adibita a magazzino. Nel corso dell’Ottocento l’edificio è stato suddiviso internamente da due tramezzi in muratura che ne hanno compromesso la continuità spaziale e non permettono più di godere della prospettiva dei 315 metri di lunghezza.
Dopo un lungo periodo di abbandono ed un accurato restauro la teza longa de la tana è stata trasformata in spazio espositivo della Biennale di Venezia.